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Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

Bolognese con galleggiante piombato

Tem­po di let­tu­ra: 9 minu­ti

L’u­so dei gal­leg­gian­ti piom­ba­ti nel­la pesca a bolo­gne­se è per lo più lega­to al mare e alla neces­si­tà di pesca­re a distan­ze mag­gio­ri pur man­te­nen­do le len­ze mol­to leg­ge­re. In gene­re il più del­le vol­te in cui è richie­sto un tale approc­cio (leg­ge­rez­za e distan­za) io opto per la tec­ni­ca ingle­se tut­ta­via vi sono spot in cui non si può fare a meno del­la bolo­gne­se; sono un esem­pio alcu­ne sco­glie­re natu­ra­li piut­to­sto sol­le­va­te dal­la super­fi­cie del­l’ac­qua ma anche spiag­ge quan­do c’è un po’ di mare lun­go. In que­sti casi (e altri ) una can­na più lun­ga del­la clas­si­ca match rod (can­na ingle­se) pre­sen­ta note­vo­li van­tag­gi. Vedre­mo dun­que come modi­fi­ca­re i clas­si­ci gal­leg­gian­ti da bolo­gne­se e come impo­sta­re le len­ze in loro funzione.

Il galeggiante da bolognese piombato

Si trat­ta di un clas­si­co gal­leg­gian­te “top and bot­tom” che assu­me la dici­tu­ra X+Y dove X indi­ca la piom­ba­tu­ra pas­si­va e Y quel­la atti­va. Dun­que, ana­lo­ga­men­te ad un wag­gler piom­ba­to (gal­leg­gian­te ingle­se), un gal­leg­gian­te da bolo­gne­se di tipo 2+1 avrà una por­ta­ta glo­ba­le di 3 gram­mi e, di que­sti, 2 gram­mi saran­no la piom­ba­tu­ra pas­si­va (alla base del gal­leg­gian­te) men­tre 1 gram­mo sarà a dispo­si­zio­ne per la rea­liz­za­zio­ne del­la len­za (con­tri­buen­do alla sua dina­mi­ca oltre che alla tara­tu­ra finale).
Di fat­to ci tro­ve­re­mo così a lan­cia­re un 3 gram­mi, poten­do rag­giun­ge­re con minor sfor­zo distan­ze mag­gio­ri pur pescan­do con un solo gram­mo in len­za. Ma non è solo que­stio­ne di distan­za: con una len­za mol­to leg­ge­ra un gal­leg­gian­te piom­ba­to entra pri­ma in pesca di uno non piom­ba­to inol­tre se la piom­ba­tu­ra pas­si­va alla base sarà intercambiabile/modificabile potre­mo ave­re un mar­gi­ne di rego­la­zio­ne mol­to ampio. In altre paro­le sare­mo in gra­do di ren­der­lo più o meno sen­si­bi­le sen­za dover inter­ve­ni­re sul­la len­za. Per que­sto moti­vo, ben­ché in com­mer­cio vi sia­no dei piom­ba­ti eccel­len­ti in ter­mi­ni di sta­bi­li­tà e lan­cia­bi­li­tà, io pre­fe­ri­sco auto­co­struir­li, cosa peral­tro estre­ma­men­te semplice.

L’oc­cor­ren­te per rea­liz­za­re un gal­leg­gian­te da bolo­gne­se piom­ba­to con filo di piombo.

Galleggiante bolognese piombato

Pri­ma di entra­re nel det­ta­glio del­la rea­liz­za­zio­ne di un gal­leg­gian­te piom­ba­to sof­fer­mia­mo­ci sull’occorrente:

  1. Gal­leg­gian­te da bolo­gne­se di una cer­ta portata
  2. Filo piom­ba­to
  3. Bilan­cia di precisione
  4. Ter­mo­re­strin­gen­ti
  5. Cali­bro (opzio­na­le)
  6. Dosa piom­bo

Il gal­leg­gian­te deve ave­re una por­ta­ta glo­ba­le alme­no due vol­te supe­rio­re rispet­to al peso del­la piom­ba­tu­ra atti­va: se ad es. pen­sia­mo di pesca­re con una len­za da un gram­mo andre­mo a rea­liz­za­re quan­to­me­no un 2+1 (por­ta­ta glo­ba­le 3 gram­mi). Il cali­bro e la bilan­cia di pre­ci­sio­ne ser­vo­no a misu­ra­re gros­so­mo­do il peso del filo di piom­bo per uni­tà di misu­ra, il che ci con­sen­te di taglia­re solo il pez­zet­to di filo che occor­re: se ad es. misu­ria­mo che 1 cm del nostro filo pesa 0.2 gram­mi ne taglie­re­mo 10 cm per otte­ne­re una piom­ba­tu­ra pas­si­va di 2 gram­mi. Infi­ne il dosa piom­bio (qui come rea­liz­zar­lo) ci con­sen­te di misu­ra­re la nuo­va por­ta­ta (effet­ti­va) del gal­leg­gian­te piom­ba­to, così da veri­fi­ca­re a quan­to ammon­ta la rea­le piom­ba­tu­ra atti­va (neces­sa­ria per com­ple­ta­re la tara­tu­ra del gal­leg­gian­te e con­fe­ri­re la par­ti­co­la­re dina­mi­ca alla lenza).

Come costruire un galeggiante piombato

Abbia­mo due pos­si­bi­li­tà, entram­be mol­to sem­pli­ci. La pri­ma è quel­la che vede l’uti­liz­zo del filo piom­ba­to e la rea­liz­za­zio­ne di una spi­ra­li­na: una vol­ta misu­ra­ta la quan­ti­tà di filo di piom­bo che occor­re come piom­ba­tu­ra pas­si­va ne taglie­re­mo un pez­zet­to e pro­ce­de­re­mo ad avvol­ger­lo intor­no alla base del gal­leg­gian­te e ad una pic­co­la por­zio­ne di deri­va. Si for­ma così un cono che si può facil­men­te sfi­la­re dal gal­leg­gian­te in caso si desi­de­ri rimuo­ver­lo o sosti­tuir­lo con uno dal peso differente.

Piom­ba­tu­ra pas­si­va a cono da uti­liz­za­re nei gal­leg­gian­ti a pera rovesciata.

Galleggiante bolognese piombato

La spi­ra­li­na di piom­bo può esse­re anche esse­re appli­ca­ta solo in deri­va, spe­cial­men­te nei gal­leg­gian­ti a goc­cia il cui cor­po non va a strin­ger­si ver­so il basso.

Piom­ba­tu­ra pas­si­va a spi­ra­le uni­for­me uti­liz­za­bi­le su qual­sia­si galleggiante.

Galleggiante bolognese piombato

Volen­do pote­te appli­ca­re sul­la spi­ra­le o par­te di essa una guai­na ter­mo­re­strin­gen­te così da ridurre/eliminare even­tua­li appi­gli. Non è stret­ta­men­te neces­sa­rio ma la guai­na vi con­sen­te di otte­ne­re un risul­ta­to più puli­to e sta­bi­liz­za la spiralina.

Guai­na ter­mo­re­strin­gen­te sul­le spiraline.

Galleggiante bolognese piombato

Que­sto è il meto­do che pre­fe­ri­sco per­ché si adat­ta per­fet­ta­men­te ad ogni tipo­lo­gia di gal­leg­gian­te, indi­pen­den­te­men­te dal dia­me­tro del­la deri­va (che in quel­li da mare è di soli­to abba­stan­za generoso).
Un meto­do alter­na­ti­vo, vali­do però per quei gal­leg­gian­ti con deri­va più sot­ti­le (es. in accia­io), pre­ve­de che si appli­chi subi­to sot­to il cor­po una pic­co­la torpilla.

Piom­ba­tu­ra pas­si­va a torpilla.

Galleggiante bolognese piombato

Il risul­ta­to è più o meno ana­lo­go e in entram­bi i casi è pos­si­bi­le sosti­tui­re la piom­ba­tu­ra pas­si­va o sfi­lan­do la spi­ra­li­na o sfi­lan­do la tor­pil­la dal­la deri­va, che è l’a­spet­to essen­zia­le poi­ché cam­bian­do la piom­ba­tu­ra pas­si­va si può inter­ve­ni­re sia sul­la sen­si­bi­li­tà del gal­leg­gian­te (maga­ri ren­den­do­lo meno sen­si­bi­le in caso di mare leg­ger­men­te mos­so) sia sul­la piom­ba­tu­ra atti­va (spo­stan­do peso tra atti­va e passiva).

I due tipi di gal­leg­gian­te piombato.

Galleggiante bolognese piombato
Link spon­so­riz­za­ti

Montature

Chia­ra­men­te il gal­leg­gian­te piom­ba­to vie­ne mon­ta­to fis­so. Il per­ché è abba­stan­za logi­co dato che nasce per esse­re uti­liz­za­to nel­la pesca a distan­za con len­ze leg­ge­re e una len­za leg­ge­ra non è una len­za adat­ta allo scor­re­vo­le. Una len­za leg­ge­ra è poi una len­za che deve lavo­ra­re bene sia in cala­ta che sul fon­do una vol­ta rag­giun­to lo sta­to sta­zio­na­rio.
Qui dovrem­mo dun­que esclu­de­re tut­te quel­le len­ze con piom­ba­tu­ra rac­col­ta e fina­liz­za­te a “buca­re” velo­ce­men­te i pri­mi stra­ti del­la colon­na d’ac­qua. Infat­ti se si pre­ve­de di dover rag­giun­ge­re rapi­da­men­te il fon­do e far lavo­ra­re l’e­sca sta­bi­le su que­sto non vi è par­ti­co­la­re moti­vo di sta­re mol­to leg­ge­ri: potrem­mo usa­re tut­to il peso rag­grup­pa­to in bas­so (es. una len­za bulk and drop­pers o una spal­li­na­ta mol­to com­pat­ta) non aven­do neces­si­tà di un gal­leg­gian­te piom­ba­to. Infi­ne, volen­do esse­re par­ti­co­lar­men­te pigno­li, nel­la pesca con len­ze leg­ge­re in cala­ta l’e­sca è tipi­ca­men­te il bigat­ti­no e il tem­po di affon­da­men­to del­le lar­ve sfu­se, piut­to­sto len­to, non ren­de l’ap­proc­cio idea­le per pro­fon­di­tà impor­tan­ti in quan­to il con­su­mo e la disper­sio­ne sono pro­por­zio­na­li alla pro­fon­di­tà. Ne vie­ne che la pesca con il gal­leg­gian­te piom­ba­to si effet­tua pre­fe­ri­bil­men­te su fon­da­li medio-bas­si.

Sche­ma gene­ra­le del­la montatura.

Montatura Galleggiante bolognese piombato

Ben­ché le spal­li­na­te a sca­la­re sia­no par­ti­co­lar­men­te dif­fu­se in mare io ho una spic­ca­ta pre­fe­ren­za per le distri­bu­zio­ni equi­di­stan­ti (a bot­to­ni di cami­cia) e que­sto per tut­ta una serie di moti­vi che cre­do di aver già spie­ga­to e che sostan­zial­men­te pos­so­no esse­re rias­sun­ti in cala­ta rego­la­re (a velo­ci­tà costan­te lun­go tut­ta la len­za) e ver­sa­ti­li­tà. La len­za che pro­pon­go qui è dun­que di que­sto tipo e il nume­ro di pal­li­ni varia a secon­da del­la piom­ba­tu­ra atti­va che si è deci­so di lascia­re come mar­gi­ne: se abbia­mo opta­to per un mar­gi­ne di mez­zo gram­mo (len­za leg­ge­ris­si­ma) si usa­no 7 pal­li­ni del n.8, se il mar­gi­ne è mag­gio­re si aumen­ta il nume­ro di pal­li­ni ed even­tual­men­te si può pre­ve­de­re giu­sto qual­che pal­li­no più gran­de in alto (es. del n.3 o del n.4) per rag­giun­ge­re più velo­ce­men­te la quo­ta di tara­tu­ra. I pal­li­ni più pic­co­li del n.8 non li con­si­glio in quan­to dovrem­mo appli­car­ne mol­ti di più e posi­zio­nar­li più rav­vi­ci­na­ti, una com­pli­ca­zio­ne per la len­za sia per il mag­gior stress da schiac­cia­men­to che in otti­ca di modi­fi­che del­la distribuzione.

Uti­liz­za­re sem­pre pal­li­ni mor­bi­di e con un taglio mol­to pre­ci­so; è fon­da­men­ta­le per una cor­ret­ta costru­zio­ne del­la len­za e per le even­tua­li modi­fi­che (redi­stri­bu­zio­ni) che potrem­mo dover appor­ta­re duran­te l’a­zio­ne di pesca.

Galleggiante bolognese piombato

La len­za a bot­to­ni di cami­cia in mare si pre­sta mol­to bene alla pre­sen­ta­zio­ne del­l’e­sca sia in cala­ta come sul fon­do offren­do ad ogni livel­lo un otti­mo gra­do di natu­ra­lez­za. Un com­por­ta­men­to, que­sto, che la ren­de par­ti­co­lar­men­te ver­sa­ti­le poten­do inter­cet­ta­re sia pesci che abi­tual­men­te man­gia­no nel­la metà supe­rio­re del­la colon­na d’ac­qua (es. spi­go­le e occhia­te) sia pesci più spic­ca­ta­men­te gru­fo­la­to­ri (es. sara­ghi e orate).
Si può però “esa­spe­ra­re” l’u­no o l’al­tro com­por­ta­men­to sem­pli­ce­men­te spo­stan­do i pal­li­ni e pas­san­do ad una distri­bu­zio­ne a sca­la­re in distan­za (cala­ta ancor più len­ta) oppu­re ad una bulk and drop­pers (cala­ta più rapi­da e mag­gior sta­bi­li­tà sul fon­do). Insi­sto mol­to su que­sto aspet­to poi­ché la distri­bu­zio­ne a bot­to­ni di cami­cia è l’u­ni­ca che può per­met­ter­ci un così ampio ran­ge di adattamenti.

Redi­stri­bu­zio­ne dei pal­li­ni secon­do uno sche­ma a sca­la­re in distanza.

Montatura Galleggiante bolognese piombato

Que­ste sem­pli­ci varia­zio­ni inci­do­no abba­stan­za sul­la pre­sen­ta­zio­ne del­l’e­sca e in par­ti­co­la­re la bulk and drop­pers poi­ché in que­sta con­fi­gu­ra­zio­ne di soli­to si opta per un appog­gio anche mar­ca­to del fina­le sul fon­do (over-depth) il che la ren­de mol­to diver­sa dal­le pre­ce­den­ti (tra le qua­li la dif­fe­ren­za nel­la dina­mi­ca è per­cen­tual­men­te mino­re) e spe­ci­fi­ca per i grufolatori.

Redi­stri­bu­zio­ne dei pal­li­ni secon­do uno sche­ma bulk and droppers.

Montatura Galleggiante bolognese piombato

Va poi ricor­da­to che le modi­fi­che del­la len­za non con­si­sto­no solo nel­la sem­pli­ce redi­stri­bu­zio­ne ma anche nel­la varia­zio­ne in peso. Per que­sto moti­vo si devo­no pre­ve­de­re piom­ba­tu­re sosti­tui­bi­li del gal­leg­gian­te con coni di piom­bo o tor­pil­le di peso diver­so. Una varia­zio­ne di mez­zo gram­mo (es. coni o tor­pil­le da 2, 2.5, 3 gr) con­sen­te una più fine gestio­ne sia del­la sen­si­bi­li­tà del gal­leg­gian­te che del­la dina­mi­ca del­la lenza.

Due coni di piom­bo di diver­so peso (2 gr e 2.5 gr).

Galleggiante bolognese piombato

Coni e tor­pil­le ven­go­no tenu­ti fer­mi in posi­zio­ne dai tubi­ci­ni in sili­co­ne in deri­va. Per sosti­tuir­li basta dun­que libe­ra­re la deri­va, cam­bia­re peso e poi riap­pli­ca­re i tubi­ci­ni. Se si dimi­nui­sce la piom­ba­tu­ra pas­si­va (peso del cono o del­la tor­pil­la) sen­za con­tro­bi­lan­cia­re nel­la piom­ba­tu­ra atti­va il gal­leg­gian­te risul­ta sot­to­ta­ra­to e que­sto ne ridu­ce la sen­si­bi­li­tà (uti­le in caso di mare leg­ger­men­te mos­so per evi­ta­re fal­si affon­da­men­ti). Se inve­ce si con­tro­bi­lan­cia la varia­zio­ne agen­do sul­la piom­ba­tu­ra atti­va si va a modi­fi­ca­re la dina­mi­ca del­la len­za (più o meno pesante).

Diametri

Con­si­de­ran­do le len­ze ed il tipo di approc­cio il ter­mi­na­le in mare può anda­re dal­lo 0.10 allo 0.14. Si uti­liz­za­no i dia­me­tri più sot­ti­li nel­le len­ze che lavo­ra­no in cala­ta e sospe­se dal fon­do (dead-depth) quan­do ci si tro­va in con­di­zio­ni di acqua chia­ra e non vi è rischio di abra­sio­ne (fon­da­li mol­to puli­ti come ad es. in spiag­gia). In que­sti casi si ha tut­to il tem­po di poter gesti­re anche pesci di taglia discre­ta sen­za par­ti­co­la­ri pro­ble­mi. Quan­do inve­ce si pesca in appog­gio (over-depth) e su fon­da­li con un cer­to rischio di abra­sio­ne con­vie­ne sali­re un po’ di dia­me­tro (ed even­tual­men­te pas­sa­re al fluorocarbon).
La len­za madre in gene­re è del­lo 0.16 poi­ché risul­ta meno incli­ne a ingar­bu­gliar­si duran­te il lan­cio pur rima­nen­do in equi­li­brio ela­sti­co con il ran­ge dei ter­mi­na­li sopra cita­to. Una len­za madre più sot­ti­le (es. 0.14) è meno indi­ca­ta e non com­por­ta van­tag­gi: ridu­ce la ver­sa­ti­li­tà, com­pli­ca il lan­cio a distan­za ed è al limi­te con l’e­qui­li­bro ela­sti­co se il ter­mi­na­le sale allo stes­so diametro.
Voglio ricor­da­re che le len­ze madri sot­ti­li si usa­no quan­do si ren­de neces­sa­rio lan­cia­re gal­leg­gian­ti leg­ge­ri ma non è que­sto il caso poi­ché abbia­mo in len­za un gal­leg­gian­te piombato.

Generalità sull’azione di pesca

In un pros­si­mo arti­co­lo vedre­mo l’a­zio­ne di pesca in det­ta­glio. Qui basti ricor­da­re che la distan­za di lan­cio è comun­que limi­ta­ta alla mas­si­ma distan­za rag­giun­gi­bi­le con la pastu­ra­zio­ne a fion­da dei bigat­ti­ni. L’in­ne­sco del­le lar­ve deve esser par­ti­co­lar­men­te cura­to. Fate rife­ri­men­to all’arti­co­lo dedi­ca­to e pre­fe­ri­te l’inne­sco sin­go­lo late­ra­le in caso di pesca in cala­ta a pesci par­ti­co­lar­men­te sospet­to­si come la spi­go­la men­tre un inne­sco sin­go­lo per la coda è più indi­ca­to per la pesca in appog­gio. Sem­pre in appog­gio si pos­so­no pre­sen­ta­re inne­schi dop­pi, spe­cie in caso si inten­da­no insi­dia­re gru­fo­la­to­ri meno sospet­to­si come i sara­ghi e qui si va a pre­fe­ren­za. Pro­va­te comun­que a cam­bia­re tipo­lo­gia se vede­te che un cer­to inne­sco non ren­de poi­ché a vol­te può capi­ta­re (che sia il caso o meno) che un cer­to tipo di pre­sen­ta­zio­ne del­le lar­ve sul­l’a­mo risul­ti in quel gior­no miglio­re di un’altra.
Il segre­to, se ave­te fat­to tut­to bene rela­ti­va­men­te al setup del­la len­za, è infi­ne nel­la pastu­ra­zio­ne. Con­si­de­ra­zio­ne mol­to gene­ra­le, se voglia­mo anche bana­le, ma sem­pre da fare qua­le che sia il tipo di approc­cio, dal­la pesca al col­po al fee­der. Se pastu­ria­mo male pesche­re­mo anche male. Qui il con­si­glio è il soli­to: pic­co­le quan­ti­tà di bigat­ti­ni a fre­quen­za rela­ti­va­men­te alta e costan­te. Lo sco­po, spe­cie nel­la pesca in cala­ta, è quel­lo di man­te­ne­re una colon­na di lar­ve in disce­sa ver­so il fon­do. Vedre­mo poi come sia uti­le lan­cia­re nel­l’in­ter­val­lo tra due fion­da­te in modo che l’e­sca si col­lo­chi in disce­sa nel­la via di mez­zo tra i bigat­ti­ni che stan­no già affon­dan­do e quel­li che stan­no per affon­da­re. In que­sto modo per il pesce distin­gue­re tra le lar­ve libe­re e quel­le appun­ta­te risul­ta mol­to difficile.
Una vol­ta che la len­za ha rag­giun­to lo sta­to sta­zio­na­rio (con l’e­sca a sfio­ra­re il fon­do o appog­gia­ta su que­sto) la per­ma­nen­za non dovreb­be esse­re trop­po ele­va­ta. Di soli­to un tem­po tra i 5 e i 10 minu­ti è l’in­ter­val­lo idea­le pri­ma di rilanciare.

4 commenti su “Bolognese con galleggiante piombato”

  1. Otti­mo arti­co­lo dav­ve­ro, mol­to com­ple­to e chia­ro, non fa altro che con­fer­mar­mi che alla fine pescan­do con costan­za poi si giun­ge agli stes­si risul­ta­ti, in sostan­za anche io da mol­ti anni
    fac­cio esat­ta­men­te ciò che è illu­stra­to in que­sto articolo,e poi­chè tut­ta la mon­ta­tu­ra è il risul­ta­to fina­le di tan­te pro­ve effet­tua­te su pesci dif­fi­den­ti o meno e in con­di­zio­ni diver­se (cor­ren­te e ven­to), aggiun­ge­rei che rela­ti­va­men­te al fat­to del posi­zio­na­men­to del gal­leg­gian­te io pur­trop­po ho riscon­tra­to che mes­so nel­la manie­ra clas­si­ca sul­la len­za qual­che vol­ta, su fon­da­li che non sia­no bas­si, pec­ca in fase di fer­ra­ta per­chè l’at­tri­to gene­ra­to sul­l’ac­qua del­lo stes­so sca­ri­ca una par­te del­la for­za che si impri­me fer­ran­do alla man­gia­ta, per cui sem­pre se la cor­ren­te non è soste­nu­ta (moti­vo per cui inve­ce ren­de meglio il posi­zio­na­men­to clas­si­co per­chè pos­sia­mo trat­te­ne­re sen­za che affon­di) io ho ovvia­to mon­tan­do­lo come un gal­leg­gian­te ingle­se, ovve­ro per un solo pun­to sem­pre fis­so però sul­la len­za bloc­ca­to tra due semi­ni o pal­li­ni e la cosa va mol­to meglio anche come sen­si­bi­li­tà sui pesci più astu­ti tipo cefali.
    La len­za è per­fet­ta così fra­zio­na­ta rego­la­re nel caso mio con pal­li­ni del 7–6 e 10 cm di distan­za gli uni dagli altri…e ci aggiun­ge­rei pure in caso di cor­ren­te sul fon­do un pal­li­no micro­sco­pi­co in piom­bo tene­ris­si­mo appe­na appun­ta­to per non lede­re il ter­mi­na­le a metà di esso.
    Salu­ti e sem­pre al top.
    Stefano

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    • Ciao Ste­fa­no, quel­lo che dici è giu­sto ed uno dei moti­vi per i qua­li i gal­leg­gian­ti “bot­tom only” (sti­le wag­gler per inten­der­ci) han­no una mar­cia in più in acqua fer­ma. Que­sto potreb­be esse­re anche un approc­cio ibri­do (can­na bolognese+galleggiante ingle­se) ma non ne ho fat­to cen­no poi­ché il wag­gler ha qual­che pro­ble­ma in caso di mare un po’ mos­so e ho pre­fe­ri­to rima­ne­re sui più clas­si­ci bolo.
      Ren­de­re “wag­gler” il gal­leg­gian­te da bolo­gne­se (come sug­ge­ri­sci) è una solu­zio­ne mol­to intel­li­gen­te e pre­sen­ta i pre­gi che hai descrit­to e rela­ti­vi all’at­tri­to sul­la fer­ra­ta. A quel pun­to però il peso andreb­be posi­zio­na­to anche ai lati del­l’at­tac­co e dun­que io pre­fe­ri­sco fis­sa­re il gal­leg­gian­te tra pal­li­ni di piom­bo piut­to­sto che tra stop­per in gom­ma (nel­la clas­si­ca con­fi­gu­ra­zio­ne più peso sot­to e giu­sto un pal­li­no sopra). Cam­bia così anche la gestio­ne del peso dato che a que­sto pun­to si “lavo­ra” come si trat­tas­se di un gal­leg­gian­te ingle­se e si può inter­ve­ni­re sul piom­bo pas­si­vo ai lati del­lo sno­do piut­to­sto che alla base del galleggiante.
      Devo rin­gra­ziar­ti per que­sto com­men­to poi­ché ha dato modo di aggiun­ge­re del­le con­si­de­ra­zio­ni dav­ve­ro inte­res­san­ti e mol­to uti­li all’articolo.
      A presto!
      Franco

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  2. Bel­lis­si­mo arti­co­lo e com­ple­to in tut­ti i pun­ti come sem­pre!!! Che tipo di dia­me­tro del filo di piom­bo è meglio uti­liz­za­re? Ho visto che in com­mer­cio ci sono del dia­me­tro 1.0 , 1.2 , 1.5 e 2.0 millimetri…
    Grazie..

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    • Ciao Simo­ne, dipen­de da quan­to peso devi aggiun­ge­re e da come è fat­to il gal­leg­gian­te. Nel gal­leg­gian­te gial­lo in figu­ra (por­ta­ta 3 gram­mi) il filo è da 1.0 ed i coni sono da 2 e da 2.5 gram­mi. Ne risul­ta quin­di un 2+1 oppu­re un 2.5+0.5 a secon­da del cono montato.

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