Elba Fishing Blog
Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

La pesca in mare, le maree e le fasi lunari. Tra scienza ed esperienza.

Tem­po di let­tu­ra: 8 minu­ti
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Negli ulti­mi anni non c’è sta­ta mai, e dico mai, una ses­sio­ne di pesca che non sia sta­ta pre­ce­du­ta da un’at­ten­ta osser­va­zio­ne del­le maree e del­le fasi luna­ri. Il per­ché ha una moti­va­zio­ne piut­to­sto sem­pli­ce: per­ché gli effet­ti sono evi­den­ti.
Nel trat­to di foce il rit­mo tida­le ha influen­ze così macro­sco­pi­che sul­le cor­ren­ti e sui livel­li idro­me­tri­ci che è pra­ti­ca­men­te impos­si­bi­le igno­rar­lo. In mare tal­vol­ta, a secon­da del­lo spot, può esse­re meno evi­den­te ad un’os­ser­va­zio­ne super­fi­cia­le ma i pesci e gli orga­ni­smi mari­ni risen­to­no comun­que in manie­ra note­vo­le del­le varia­zio­ni che le maree e le fasi luna­ri deter­mi­na­no nel loro habi­tat. Mol­ti fat­to­ri ven­go­no chia­ma­ti in cau­sa quan­do si par­la di influen­ze ambien­ta­li sul­l’at­ti­vi­tà dei pesci e tra que­ste le sud­det­te rive­sto­no for­se uno dei ruo­li più rile­van­ti.

Fasi lunari: le maree astronomiche

Il rit­mo tida­le, così come sia­mo abi­tua­ti a cono­scer­lo, dipen­de sostan­zial­men­te dal­la fase luna­re e dal­la posi­zio­ne che Sole e Luna han­no rispet­to alla Ter­ra. Ana­liz­zia­mo le varie fasi una ad una:

  • Luna nuo­va (o con­giun­zio­ne o fase di novi­lu­nio): la Luna si tro­va fra la Ter­ra e il Sole, sor­ge al mat­ti­no e tra­mon­ta alla sera. In que­sta fase alba luna­re e alba sola­re, come i tra­mon­ti, ten­do­no a coin­ci­de­re (più o meno). La not­te dun­que la luna non si vede e il cie­lo risul­ta quin­di pri­vo di qual­sia­si illu­mi­na­zio­ne, stel­le a par­te. Con Sole e Luna in con­giun­zio­ne i loro effet­ti sul­le gran­di mas­se d’ac­qua (mari, ocea­ni e gran­di laghi) sono mas­si­mi e si han­no le maree più impo­nen­ti det­te Maree vive o sizi­gia­li.
  • Luna cre­scen­te: pas­san­do dal novi­lu­nio al pri­mo quar­to la Luna sor­ge sem­pre più tar­di al mat­ti­no e tra­mon­ta sem­pre più tar­di alla sera. Alba e tra­mon­to dei due astri van­no ogni gior­no sem­pre più fuo­ri fase e gli effet­ti sul­le maree si atte­nua­no pro­gres­si­va­men­te.
  • Pri­mo quar­to: Luna e Sole sono su due assi orto­go­na­li tan­to che vedia­mo illu­mi­na­ta solo mez­za fac­cia luna­re. La Luna sor­ge intor­no a mez­zo­gior­no e tra­mon­ta cir­ca a mez­za­not­te. Le maree che si veri­fi­ca­no ai quar­ti di luna ven­go­no det­te maree mor­te o di qua­dra­tu­ra e sono quel­le di mini­ma ampiez­za.
  • Gib­bo­sa cre­scen­te: pas­san­do dal pri­mo quar­to al ple­ni­lu­nio la luna sor­ge sem­pre più tar­di rispet­to a mez­zo­gior­no e tra­mon­ta sem­pre più oltre la mez­za­not­te. Inol­tre si amplia la fac­cia illu­mi­na­ta e comin­cia a influen­za­re la lumi­no­si­tà not­tur­na. Dai mini­mi del­le maree di qua­dra­tu­ra l’am­piez­za aumen­ta pro­gres­si­va­men­te.
  • Luna pie­na (o oppo­si­zio­ne o fase di ple­ni­lu­nio): la posi­zio­ne del­la Ter­ra è com­pre­sa tra Sole e Luna. La Luna sor­ge alla sera e tra­mon­ta al mat­ti­no. Alba e tra­mon­to dei due astri sono dun­que “oppo­sti” anche se avven­go­no più o meno allo stes­so ora­rio. Con Sole e Luna in oppo­si­zio­ne i loro effet­ti sul­le gran­di mas­se d’ac­qua sono mas­si­mi e si han­no di nuo­vo le maree più impo­nen­ti (Maree vive o sizi­gia­li). La situa­zio­ne è simi­le a quan­do sia­mo nel­la fase di novi­lu­nio tran­ne che per un fat­to­re impor­tan­tis­si­mo: l’il­lu­mi­na­zio­ne not­tur­na è mas­si­ma.
  • Gib­bo­sa calan­te: pas­san­do dal ple­ni­lu­nio all’ul­ti­mo quar­to la luna sor­ge e tra­mon­ta sem­pre più tar­di. Inol­tre si ridu­ce la fac­cia illu­mi­na­ta e dimi­nui­sce l’in­ten­si­tà del­la lumi­no­si­tà not­tur­na. Dai mas­si­mi del­le maree vive l’am­piez­za dimi­nui­sce pro­gres­si­va­men­te.
  • Ulti­mo quar­to: Luna e Sole tor­na­no su due assi orto­go­na­li tan­to che vedia­mo illu­mi­na­ta solo mez­za fac­cia luna­re (quel­la oppo­sta rispet­to al pri­mo quar­to). La Luna sor­ge intor­no a mez­za­not­te e tra­mon­ta cir­ca a mez­zo­gior­no. Le maree che si veri­fi­ca­no sono nuo­va­men­te quel­le maree mor­te o di qua­dra­tu­ra e dun­que di mini­ma ampiez­za. L’il­lu­mi­na­zio­ne not­tur­na è anco­ra pre­sen­te ben­ché l’in­ten­si­tà sia la metà rispet­to alla luna pie­na.
  • Luna calan­te: si ridu­ce pian pia­no la fac­cia illu­mi­na­ta del­la luna e l’am­piez­za del­le maree aumen­ta avvi­ci­nan­do­si ai mas­si­mi del novi­lu­nio.

Le fasi luna­ri (Imma­gi­ne dal web in ingle­se, pri­va di attri­bu­zio­ne cer­ta). Tra­dot­ta e modi­fi­ca­ta.

Le fasi lunari

Volen­do rias­su­me­re in poche paro­le quan­to appe­na det­to basta con­si­de­ra­re che le maree più ampie (e quin­di le cor­ren­ti di marea più for­ti) si han­no con la luna nuo­va e la luna pie­na men­tre quel­le di ampiez­za mino­re si han­no ai quar­ti di luna. Le dif­fe­ren­ze tra luna nuo­va e luna pie­na riguar­da­no l’il­lu­mi­na­zio­ne not­tur­na e non van­no tra­scu­ra­te poi­ché la luce gio­ca un ruo­lo deter­mi­nan­te l’at­ti­vi­tà di mol­tis­si­mi pesci.

Caratteristiche del ritmo tidale

Per rit­mo tida­le si inten­de la tipi­ca oscil­la­zio­ne rit­mi­ca del­le maree, il ciclo che pas­sa da un mini­mo (pic­co di bas­sa marea) ad un mas­si­mo (pic­co di alta marea). L’in­ter­val­lo tra due alte (o due bas­se) maree suc­ces­si­ve è appros­si­ma­ti­va­men­te di 12 ore e 30 minu­ti, per­tan­to una bas­sa marea segui­rà un’al­ta marea cir­ca ogni sei ore e poco più. L’as­so­lu­ta pre­ci­sio­ne è per il pesca­to­re que­stio­ne abba­stan­za super­flua in quan­to una ses­sio­ne di pesca dura per un cer­to nume­ro di ore e quin­di si ragio­na più che altro a fasi: fase di pic­co (bas­so o alto), fase di sali­ta e fase di disce­sa.

Rit­mo tida­le. Gra­fi­co di pre­vi­sio­ne del­le maree offer­to da Tide­Fo­re­ca­st. https://www.tide-forecast.com

Grafico maree

Anche se nei comu­ni gra­fi­ci il ciclo è rap­pre­sen­ta­to come un’o­scil­la­zio­ne con­ti­nua in real­tà il livel­lo idro­me­tri­co del mare nel suo sali e scen­di pre­sen­ta oscil­la­zio­ni più pic­co­le e irre­go­la­ri. Si può vede­re chia­ra­men­te dal gra­fi­co offer­to dal­la Rete Mareo­gra­fi­ca Nazio­na­le. Que­ste oscil­la­zio­ni mino­ri non han­no rile­van­za in mare ma ne han­no nel trat­to di foce, dove la marea gene­ra cor­ren­ti tal­vol­ta mol­to varia­bi­li anche in una mede­si­ma fase. Nel­lo stes­so gra­fi­co si nota bene anche come i pic­chi di bas­sa e alta marea imme­dia­ta­men­te suc­ces­si­vi si tro­vi­no a poco più di sei ore l’u­no dal­l’al­tro, come un pic­co sia distri­bui­to in un arco di tem­po di cir­ca due ore e come una fase di sali­ta o disce­sa duri media­men­te quat­tro ore.

Rit­mo tida­le. Gra­fi­co dei livel­li idro­me­tri­ci regi­stra­ti offer­to dal­la Rete­re Mareo­gra­fi­ca Nazio­na­le. https://www.mareografico.it

Grafico maree

Nel trat­to di foce acca­de più o meno quel­lo che suc­ce­de in mare ben­ché l’in­fluen­za del­la marea decre­sca man mano che si pro­ce­de ver­so mon­te per l’as­sot­ti­gliar­si del cuneo sali­no. In que­sto ambien­te le cor­ren­ti di marea han­no effet­ti macro­sco­pi­ci poi­ché nel­le varie fasi è evi­den­te il cam­bio di cor­ren­te e in alcu­ni momen­ti (fase di marea in sali­ta fino al pic­co) può gene­rar­si addi­rit­tu­ra una dop­pia cor­ren­te con un flus­so super­fi­cia­le che spin­ge ver­so val­le ed un flus­so pro­fon­do (il cuneo sali­no) che spin­ge ver­so mon­te. È faci­le intuir­ne l’im­por­tan­za, soprat­tut­to nel­la pesca al col­po, per quan­to con­cer­ne il setup del­le len­ze e la pastu­ra­zio­ne.

Rit­mo tida­le. Gra­fi­co dei livel­li idro­me­tri­ci del trat­to di foce del fiu­me Arno regi­stra­ti dal Cen­tro Fun­zio­na­le di Regio­ne Tosca­na. https://www.cfr.toscana.it

Grafico maree Arno
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Condizioni meteo: le maree meteorologiche

Ne abbia­mo già par­la­to a pro­po­si­to del­la pres­sio­ne atmo­sfe­ri­ca. Una bas­sa pres­sio­ne si asso­cia ad un innal­za­men­to del livel­lo idro­me­tri­co e il ven­to che sof­fia ver­so la costa con­tri­bui­sce anch’es­so all’in­nal­za­men­to (sovral­zo di ven­to). Se ne dedu­ce che a livel­lo costie­ro l’al­ta marea astro­no­mi­ca e le sue cor­ren­ti eser­ci­ta­no effet­ti che sono aumen­ta­ti in caso di bas­sa pres­sio­ne atmo­sfe­ri­ca e pre­sen­za di ven­to “fora­no” (che da fuo­ri spin­ge ver­so la costa).

Quale fase di marea è la migliore?

A que­sta doman­da la ripo­sta può esse­re teo­ri­ca o pra­ti­ca. A livel­lo teo­ri­co le fasi miglio­ri sono quel­le in cui c’è movi­men­to di acqua e quin­di cor­ren­te, dun­que sali­ta o disce­sa, men­tre i pic­chi di marea rap­pre­sen­ta­no una con­di­zio­ne di sta­ti­ci­tà. Ciò tut­ta­via potreb­be esse­re in con­tra­sto con le “rile­va­zio­ni” pra­ti­che, cioè l’os­ser­va­zio­ne del pesca­to­re. Biso­gna con­si­de­ra­re infat­ti che gli effet­ti del­le maree sono“spot specifici“e “spe­cie spe­ci­fi­ci” il che signi­fi­ca una sola cosa: è impos­si­bi­le gene­ra­liz­za­re e far­lo sareb­be asso­lu­ta­men­te sba­glia­to. In spot in cui le cor­ren­ti deter­mi­na­no effet­ti macro­sco­pi­ci, come ad esem­pio il trat­to di foce, ogni fase di marea ha un approc­cio carat­te­ri­sti­co e que­sto vale in par­ti­co­la­re per la pesca al col­po (bolo­gne­se, ingle­se). Per fare un esem­pio su tut­ti, la pesca in trat­te­nu­ta bloc­ca­ta alla spi­go­la si effet­tua meglio duran­te la fase di marea calan­te, il che nel trat­to di foce deter­mi­na una cor­ren­te ad uni­co ver­so: i bigat­ti­ni sfu­si cala­no in scia e la len­za si dispo­ne in dia­go­na­le. Nel­la fase di sali­ta del­la marea si veri­fi­ca inve­ce il feno­me­no del­la dop­pia cor­ren­te e ne risen­te sia la pastu­ra­zio­ne che il con­trol­lo del­la len­za. Non che le spi­go­le non sia­no in atti­vi­tà ma occor­re cam­bia­re approc­cio per otte­ne­re buo­ni risul­ta­ti.

Tratto di foce

Alba lun­go il trat­to di foce, Pisa, fiu­me Arno. Spot idea­le per la pesca a bolo­gne­se in trat­te­nu­ta alla spi­go­la.

Quale fase lunare è la migliore?

A que­sta doman­da potrem­mo rispon­de­re con la sola con­si­de­ra­zio­ne degli effet­ti che le fasi luna­ri han­no sul­le maree. Ma c’è una altro aspet­to, par­ti­co­la­re, che riguar­da l’il­lu­mi­na­zio­ne not­tur­na. Le varie spe­cie di pesci, pur ammet­ten­do una cer­ta sovrap­po­si­zio­ne, pos­so­no esse­re sud­di­vi­se in tre gran­di cate­go­rie: spe­cie diur­ne, spe­cie not­tur­ne e spe­cie cre­pu­sco­la­ri. Alcu­ne spe­cie sono poi carat­te­riz­za­te dal cosid­det­to “dua­li­smo di fase”, poten­do a secon­da del­la sta­gio­ne com­por­tar­si come diur­ne o not­tur­ne.
Det­to que­sto, ben­ché suo­ni un po’ com­pli­ca­to, non sarà sfug­gi­to a chi pesca per mol­te ore duran­te una sin­go­la ses­sio­ne nota­re come alcu­ne spe­cie entri­no mag­gior­men­te in atti­vi­tà in cer­ti momen­ti del­la gior­na­ta. Sara­ghi, ora­te, occhia­te e spi­go­le ad esem­pio mostra­no spes­so un atti­vi­tà ali­men­ta­re carat­te­ri­sti­ca, più inten­sa in par­ti­co­la­ri momen­ti piut­to­sto che in altri.
Ben­ché sul com­por­ta­men­to dei pesci scien­za ed espe­rien­ze per­so­na­li si fon­da­no for­nen­do più indi­ca­zio­ni che cer­tez­ze gra­ni­ti­che, la dif­fe­ren­ze di illu­mi­na­zio­ne not­tur­na che carat­te­riz­za­no le fasi luna­ri rive­sto­no comun­que un ruo­lo.
Con la luna pie­na ad esem­pio mol­ti sosten­go­no che pre­da­to­ri come le spi­go­le, spe­cie in acque bas­se, sia­no meno atti­vi pre­di­li­gen­do piut­to­sto i cam­bi di luce. Atti­vi­tà che inve­ce si mostra più este­sa al perio­do not­tur­no nei gior­ni di luna nuo­va, quan­do l’o­scu­ri­tà è mag­gio­re. È inol­tre di riscon­tro abba­stan­za comu­ne che le spe­cie diur­ne nel­le mat­ti­ne che seguo­no le not­ti di luna pie­na sia­no gene­ral­men­te meno atti­ve. Se da un lato sareb­be un erro­re esten­de­re que­ste osser­va­zio­ni a rego­la uni­ver­sa­le sareb­be erra­to anche igno­rar­le del tut­to. Come sem­pre occor­re ricor­da­re che il com­por­ta­men­to dei pesci segue rego­le tut­t’al­tro che casua­li ma di sicu­ro mul­ti­fat­to­ria­li. Si trat­ta dun­que di osser­va­re il loro com­ples­so com­por­ta­men­to con un pun­to di vista mol­to più ampio e non lega­to a pochis­si­mi fat­to­ri.

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La teoria solunare: mito o realtà?

For­mu­la­ta da John Alden Knight nel 1926 e ogget­to di sva­ria­te spe­ri­men­ta­zio­ni negli anni a segui­re, si basa sul­la capa­ci­tà che han­no par­ti­co­la­ri posi­zio­ni del­la luna e del sole di influen­za­re l’at­ti­vi­tà degli ani­ma­li. In linea gene­ra­le ven­go­no iden­ti­fi­ca­ti due perio­di mag­gio­ri, del­la dura­ta di due ore cir­ca e due perio­di mino­ri del­la dura­ta di cir­ca un’o­ra. I perio­di mag­gio­ri sono quel­li in cui la Luna tran­si­ta sopra e sot­to lo spot (dal lato oppo­sto del­la Ter­ra). I perio­di mino­ri cor­ri­spon­do­no con l’al­ba e il tra­mon­to luna­re.

Perio­di mag­gio­ri e mino­ri cal­co­la­ti da Meto­pe­sca. https://meteopesca.com

Solunare

Pur ammet­ten­do un cer­to effet­to di que­sti movi­men­ti del­la luna (tran­si­to supe­rio­re, infe­rio­re, alba e tra­mon­to) non è pos­si­bi­le, come det­to poc’an­zi, tra­scu­ra­re gli altri fat­to­ri (sta­gio­ne, tem­pe­ra­tu­ra, lumi­no­si­tà, pres­sio­ne baro­me­tri­ca, marea, ecc.) in quan­to sono tut­ti respon­sa­bi­li di modi­fi­ca­zio­ni del com­por­ta­men­to ali­men­ta­re dei pesci.
Come dun­que è sta­to ripe­tu­to sva­ria­te vol­te tan­ti più fat­to­ri favo­re­vo­li si som­ma­no in un dato momen­to tan­to mag­gio­ri saran­no le pro­ba­bi­li­tà di cat­tu­ra.
Il bra­vo pesca­to­re è anzi­tut­to un atten­to osser­va­to­re ed un pro­fon­do cono­sci­to­re degli spot che fre­quen­ta. Alla fine di que­sta lun­ga let­tu­ra il con­si­glio più pre­zio­so è pro­ba­bil­men­te que­sto: cono­sce­re qua­li sono i fat­to­ri in gio­co più rile­van­ti ed indi­vi­dua­re quel­li che nel tem­po si dimo­stra­no più capa­ci di influen­za­re i risul­ta­ti. Per quel­li del­la vec­chia scuo­la, con tan­tis­si­ma espe­rien­za, l’ar­ma è la memo­ria o un pic­co­lo dia­rio di pesca. Per più tec­no­lo­gi­ci vi sono alcu­ne appli­ca­zio­ni moder­ne che faci­li­ta­no di mol­to l’a­na­li­si sta­ti­sti­ca.
Di que­sto ne par­lia­mo in un pros­si­mo arti­co­lo.

2 commenti su “La pesca in mare, le maree e le fasi lunari. Tra scienza ed esperienza.”

  1. Gra­zie per l’ar­ti­co­lo, sono incu­rio­si­to riguar­do al discor­so del­l’il­lu­mi­na­zio­ne come inter­vie­ne nel­l’a­li­men­ta­zio­ne dei pesci anche per­ché mi tro­vo spes­so in situa­zio­ni par­ti­co­la­ri dove rie­sco ad esem­pio in ambien­te di sco­glie­ra da riva a pesca­re bene bran­zi­ni in esta­te a mez­zo­gior­no o in ambien­te di por­to a pesca­re ora­te ver­so mez­za­not­te. In que­st’ul­ti­mo caso, nel por­to è pre­sen­te di fon­do anche una for­ma di inqui­na­men­to lumi­no­so dovu­to alle luci fis­se por­tua­li pre­sen­ti e for­se gio­ca­no anche que­ste un ruo­lo nel­l’at­ti­vi­tà dei pesci?.

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    • Ciao Gio­van­ni,
      per alcu­ni pesci, come appun­to le spi­go­le, esi­ste il cosid­det­to “dua­li­smo di fase”, una inver­sio­ne del rit­mo ali­men­ta­re cir­ca­dia­no per cui dal­la pri­ma­ve­ra all’au­tun­no si ali­men­ta­no pre­va­len­te­men­te (non esclu­si­va­men­te) di gior­no men­tre in autun­no inol­tra­to ed in inver­no ten­do­no ad ali­men­tar­si pre­va­len­te­men­te di not­te. L’o­ra­ta inve­ce è una spe­cie tipi­ca­men­te diur­na ma che può muta­re il com­por­ta­men­to a secon­da del­l’am­bien­te (e del­la taglia). La zona por­tua­le è mol­to par­ti­co­la­re pro­prio per il discor­so del­l’il­lu­mi­na­zio­ne arti­fi­cia­le. Ma non mi limi­te­rei a que­sto poi­ché dovrem­mo osser­va­re anche la luna, spe­cie nel­le fasi da gib­bo­sa cre­scen­te a gib­bo­sa calan­te (che con­tri­bui­sco­no mol­tis­si­mo all’il­lu­mi­na­zio­ne not­tur­na glo­ba­le).
      Anche la dispo­ni­bi­li­tà di forag­gio, rap­pre­sen­ta­to da gran­chiet­ti e gam­be­ret­ti ad atti­vi­tà not­tur­na può esse­re chia­ma­ta in cau­sa. Come dice­vo, gli sti­mo­li pos­so­no esse­re sia eso­ge­ni che endo­ge­ni e le influen­ze sono clas­si­ca­men­te mul­ti­fat­to­ria­li.
      Un libro inte­res­san­te, anche se un po’ vec­chiot­to, è “Food inta­ke in fish”:
      https://onlinelibrary.wiley.com/doi/book/10.1002/9780470999516

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