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Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

La spallinata (parte2)

Tem­po di let­tura: 4 minu­ti

Nel­l’ar­ti­co­lo prece­dente abbi­amo dato uno sguar­do gen­erale alle dis­tribuzioni più dif­fuse. Entri­amo ora un po’ più nel det­taglio cer­can­do di spie­gare dove queste dis­tribuzioni trovano mag­gior appli­cazione e per­ché. Gli sche­mi pro­posti sono solo indica­tivi e van­no mod­i­fi­cati a sec­on­da del­la carat­ter­is­tiche del­lo spot e delle con­dizioni par­ti­o­lari.

Lenze morbide, aperte e leggere (lenze da passata “a scorrere”)

Vi sono spal­li­nate che assi­cu­ra­no ampi movi­men­ti alla lenza, con flut­tuazioni par­ti­co­lar­mente nat­u­rali e ades­canti. Tipi­ca­mente si trat­ta di dis­tribuzioni di peso rel­a­ti­va­mente con­tenu­to, aperte (spaziatu­ra iniziale abbas­tan­za ampia e dis­tan­za tra un palli­no e l’altro che si riduce pro­gres­si­va­mente andan­do ver­so l’alto), a coda di topo (peso dei palli­ni cres­cente ver­so l’alto), di lunghez­za ril­e­vante (intorno ai 150 cm e anche più) e com­poste da un dis­cre­to numero di palli­ni a par­tire dalle pic­cole mis­ure. La loro dinam­i­ca fa sì che siano “tut­t’uno con il ter­mi­nale”, nel sen­so che la nat­u­ralez­za nel­la pre­sen­tazione dell’esca non è del­e­ga­ta al solo ter­mi­nale ma coin­volge la lenza per intero, ragion per cui si è soli­ti con­sigliare una lunghez­za del finale non supe­ri­ore a tre volte la mas­si­ma dis­tan­za tra i pri­mi due palli­ni (quel­li imme­di­ata­mente sopra il finale). Per fare un esem­pio se tra i pri­mi due palli­ni l’in­ter­val­lo è di 20 cm il ter­mi­nale non dovrebbe super­are i 60 cm.
Nel trat­to di foce si uti­liz­zano in pre­sen­za di cor­rente abbas­tan­za lenta pes­can­do a pas­sare, con trat­tenute leg­gere e di con­trol­lo. Se la cor­rente è ecces­si­va la parte bas­sa del­la lenza rischia di soll­e­var­si trop­po dal fon­do durante la trat­tenu­ta finen­do col pre­sentare l’esca ad un’al­tez­za supe­ri­ore a quel­la in cui stazio­nano i pesci. Questo in gen­erale, come con­cet­to, poi chiara­mente molto dipende da come è sta­ta costru­i­ta la lenza, dal numero e dal peso dei palli­ni uti­liz­za­ti.
Dove il fon­dale lo con­sente si può tal­vol­ta pog­gia­re qualche palli­no sul fon­do a “dra­gare”, il che ral­len­ta la cor­sa del gal­leg­giante sen­za impedire tut­tavia di pot­er soll­e­vare l’esca in trat­tenu­ta, quan­do cioè il gal­leg­giante viene fre­na­to men­tre il bas­so lenza pros­egue in avan­ti.
Chiara­mente se il fon­dale non è puli­to pescare appog­giati in cor­rente equiv­ale ad incagliare di con­tin­uo.
In mare, dove le cor­ren­ti sono soli­ta­mente più deboli che in fiume se non addirit­tura assen­ti, queste lenze si uti­liz­zano per con­ferire all’esca una disce­sa molto mor­bi­da e ten­den­zial­mente lenta. Sono ottime dunque in cala­ta ma anche una vol­ta rag­giun­to lo sta­to stazionario offrono notev­ole nat­u­ralez­za del fon­do. Occorre sem­pre con­sid­er­are che tan­to più una lenza è mor­bi­da e lun­ga, tan­to mag­giore è il ritar­do con cui trasmette la man­gia­ta al gal­leg­giante. È in altre paro­la una lenza “lenta” (altro moti­vo che impone finali di misura con­tenu­ta) che richiede gal­leg­gianti abbas­tan­za sen­si­bili.

Bolognese spallinata passata light

Lenze da trattenuta

Sono spal­li­nate più corte e meno leg­gere delle prece­den­ti. Mag­gior peso in minor spazio le rende idonee a cor­ren­ti più sostenute e a trat­tenute pro­l­un­gate (tipiche del trat­to di foce quan­do c’è un po’ di por­ta­ta extra). Ten­gono meglio il fon­do e sono più rapi­de nel trasmet­tere la man­gia­ta. Pos­sono essere real­iz­zate con palli­ni più o meno pic­coli (rispet­ti­va­mente con minor o mag­gior inter­val­lo) a sec­on­da del risul­ta­to che si vuol ottenere. Anche la lunghez­za glob­ale è vari­abile ma in genere sono lenze che non si esten­dono oltre il metro.
In mare, dove chiara­mente non si pesca in trat­tenu­ta, sono lenze che per il loro peso ven­gono ded­i­cate a spot di una cer­ta pro­fon­dità e alla ricer­ca di pesci che man­giano sul fon­do.

Bolognese spallinata trattenuta light
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Lenze a bottoni di camicia

Quan­do i palli­ni sono tut­ti uguali ed equidis­tan­ti la lenza affon­da alla stes­sa veloc­ità per tut­ta la sua lunghez­za inoltre non esiste un ful­cro evi­dente, una zona dove cioè il peso è più con­cen­tra­to, quin­di anche durante la trat­tenu­ta si ha un soll­e­va­men­to più o meno uni­forme.
Le lenze a bot­toni di cam­i­cia si com­por­tano bene in cala­ta, che è rego­lare e a veloc­ità con­trol­la­ta, come anche in pas­sa­ta e trat­tenu­ta. Sono poi lenze a mio parere molto ver­sa­tili quan­do real­iz­zate con un buon numero di palli­ni di medio-pic­cole dimen­sioni poiché è molto facile pas­sare da una lenza uni­forme ad una a serie di bulk. Una con­sid­er­azione che fac­cio spes­so quan­do par­lo di spal­li­nate è che, per quan­to banale, due palli­ni pic­coli ne fan­no uno grande men­tre da un palli­no grande non se ne rica­vano due pic­coli. Chi è abit­u­a­to a pescare in zone dove la cor­rente è vari­abile nel tem­po, e il trat­to di foce ne è un esem­pio, sa benis­si­mo che le con­dizioni pos­sono mutare anche rap­i­da­mente e che si ren­dono nec­es­sari fre­quen­ti aggius­ta­men­ti del­la lenza. Ecco che mag­a­ri per un cer­to las­so di tem­po una lenza a bot­toni di cam­i­cia è ide­ale men­tre poco dopo è preferi­bile una dis­tribuzione più da trat­tenu­ta.
Questi aggius­ta­men­ti sono com­p­lessi con le code di topo men­tre con le spal­li­nate rego­lari bas­ta rag­grup­pare (vedi schema sot­to).

Bolognese spallinata bottoni camicia e serie bulk

Noterete che in tut­ti gli sche­mi, per quan­to pura­mente indica­tivi, i ter­mi­nali sono piut­tosto cor­ti. Per chi pesca in mare può apparire come un’as­sur­dità ma occorre riflet­tere sem­pre sul per­ché di certe scelte. La spal­li­na­ta è la parte “viva” del­la lenza, quel­la che ne deter­mi­na il com­por­ta­men­to. Il ter­mi­nale, a mio parere, com­ple­ta questo com­por­ta­men­to e se non è in equi­lib­rio con la restante parte del­la lenza è come se “vivesse di vita pro­pria”, fos­se come scol­le­ga­to da tut­to il resto. Se per qual­si­asi ragione si ritiene di dover usare un ter­mi­nale più lun­go allo­ra è fon­da­men­tale redis­tribuire anche i palli­ni in modo che gli inter­val­li tra questi siano in rap­por­to alla lunghez­za del finale.
Ten­den­zial­mente non amo ter­mi­nali par­ti­co­lar­mente lunghi sal­vo, come vedremo, approc­ci par­ti­co­lari. Di soli­to preferisco ter­mi­nali più cor­ti e che rispon­dono rap­i­da­mente alle man­giate. I ter­mi­nali cor­ti riducono anche la per­centuale di alla­mate pro­fonde, che sono per­al­tro ris­chiose per il pesce in quan­to togliere l’amo può richiedere un ecces­so di manipo­lazione e dan­ni col­lat­er­ali anche di notev­ole entità. Cose da evitare se si prevedere di rilas­cia­re la pre­da.

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