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Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

I galleggianti da bolognese

Tem­po di let­tura: 6 minu­ti

Quan­do si par­la di gal­leg­gianti trovare una via di mez­zo è dif­fi­cilis­si­mo. Si rischia di trattare l’ar­go­men­to in maniera trop­po super­fi­ciale o trop­po tec­ni­ca finen­do in entram­bi i casi con lo scon­tentare o annoiare una platea piut­tosto vas­ta di pesca­tori. Dob­bi­amo poi ten­er con­to che il blog ha un taglio diver­so dal­la “riv­ista” (newslet­ter in PDF) cui dedichi­amo appro­fondi­men­ti e arti­coli meno panoram­i­ci. Dunque ci limi­ti­amo qui a quan­to bas­ta per avere un quadro ampio ma alla por­ta­ta di tut­ti con­cen­tran­do­ci sug­li aspet­ti essen­ziali, che poi son quel­li su cui si fon­da una pesca sporti­va ricre­ati­va fat­ta con cog­nizione di causa. Ed effet­to.

La struttura di base di un galleggiante

I gal­leg­gianti da bolog­nese sono del tipo “top and bot­tom” il che sig­nifi­ca che a dif­feren­za di quel­li ingle­si, gli wag­glers (bot­tom only), ven­gono fis­sati in lenza sia in alto che in bas­so. Vi si iden­ti­f­i­cano tre par­ti che sono l’anten­na, il cor­po e la deri­va. Diverse antenne, cor­pi dif­fer­en­ti e derive di vario tipo deter­mi­nano un numero molto ampio di gal­leg­gianti e ren­dono la scelta davvero com­p­lessa.

Tre forme: caro­ta, goc­cia e pal­la da rug­by.

Galleggianti bolognese

Non c’è per­al­tro neanche trop­pa uni­for­mità di vedute sulle forme, il che rende il dis­cor­so assai spin­oso. Provi­amo a par­tire da questo aspet­to pri­ma di affrontare gli altri.

  • Gal­leg­gianti body up: sono gal­leg­gianti il cui cor­po è più ampio in alto (si par­la di “spalle”) e va assot­tiglian­dosi in bas­so. Le spalle pos­sono essere più o meno larghe e questo gen­era forme che in genere si chia­mano a caro­ta (spalle non trop­po pro­nun­ci­ate), a goc­cia roves­ci­a­ta (spalle medie) e a pera roves­ci­a­ta (spalle molto pro­nun­ci­ate e cor­po che si assot­tiglia rap­i­da­mente).
  • Gal­leg­gianti body down: sono gal­leg­gianti il cui cor­po è più ampio in bas­so (si par­la di “pan­cia”) e va assot­tiglian­dosi in alto. In prat­i­ca sono l’in­ver­so dei prece­den­ti. La pan­cia può essere più o meno grande e questo gen­era forme che in genere si chia­mano a goc­cia (più o meno allun­ga­ta) e a pera (pan­cia ampia e cor­po più cor­to). Qui le simil­i­tu­di­ni si spre­cano per­ché dovreb­bero ess­er com­pre­si in ques­ta cat­e­go­ria anche gli ovet­ti dato che non sono sim­metri­ci ed han­no la parte bas­sa più pro­nun­ci­a­ta di quel­la alta ma siamo vera­mente al lim­ite.
  • Gal­leg­gianti a pal­la da rug­by: sono gal­leg­gianti sim­metri­ci in cui la parte più larga del cor­po è quel­la cen­trale e van­no assot­tigllian­dosi (rel­a­ti­va­mente) in modo iden­ti­co sia ver­so l’al­to che ver­so il bas­so. Quan­do il cor­po è molto rac­colto e si avvic­i­na ad una for­ma qua­si sfer­i­ca ven­gono defin­i­ti a oli­va.

Galleggianti body up

Tra i body up quel­lo che viene uti­liz­za­to più di fre­quente è il gal­leg­giante a caro­ta in quan­to ha carat­ter­is­tiche che non enfa­tiz­zano trop­po questo o quel com­por­ta­men­to. Si trat­ta di un gal­leg­giante che lavo­ra bene in due situ­azioni opposte: acqua fer­ma o molto lenta e acqua veloce. Vedi­amo per­ché.

Galleggiante carota
  • Acqua fer­ma o molto lenta: Essendo affu­so­la­to, con il cor­po che si assot­tiglia in bas­so, non oppone resisten­za all’af­fon­da­men­to e risul­ta quin­di un gal­leg­giante sen­si­bile. Il fat­to che sia sen­si­bile e che affon­di facil­mente fa sì che oltre che fer­ma l’ac­qua deb­ba essere anche cal­ma quin­di in mare può risen­tire del moto ondoso, anche leg­gero. Se da una parte il prob­le­ma può essere atten­u­a­to taran­do­lo meno, dal­l’al­tra questo lo snatu­ra un po’. In prat­i­ca se c’è un po’ d’on­da cam­bi­ate gal­leg­giante.
  • Acqua veloce: per veloce si intende la pre­sen­za di una cor­rente che richie­da un cer­to gra­do di trat­tenu­ta. Aven­do le spalle larghe il gal­leg­giante si trat­tiene bene in quan­to offre resisten­za allo scivolare fuori dal­l’ac­qua. Atten­zione però al fat­to che la cor­rente deve essere lin­eare in quan­to aven­do il cor­po affu­so­la­to se c’è un po’ di tur­bolen­za o cor­rente non lin­eare tende a sban­dare.
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Galleggianti body down

Anche i body down lavo­ra­no bene nelle due con­dizioni opposte sep­pur pre­sen­tan­do carat­ter­is­tiche diverse dai body up.

Galleggiante a goccia
  • Acqua fer­ma o molto lenta: La pre­sen­za del­la pan­cia rende questo gal­leg­giante più sta­bile poiché ne osta­co­la l’af­fon­da­men­to. In prat­i­ca si potrebbe dire che rispet­to al gal­leg­giante a caro­ta sia meno sen­si­bile e quin­di da preferire in almeno due situ­azioni: se c’è dis­tur­bo super­fi­ciale (onde dovute al ven­to o ad una leg­gera risac­ca) e se peschi­amo con un cer­to appog­gio sul fon­do. In realtà la sen­si­bil­ità è anche fun­zione del­la taratu­ra per­tan­to per enfa­tiz­zare questo com­por­ta­men­to può essere utile, almeno in mare, sot­to­tarar­lo leg­ger­mente.
  • Acqua veloce: in cor­rente i body down si mostra­no molto più sta­bili dei prece­den­ti in pre­sen­za di cor­ren­ti non lin­eari, con rot­ture e tur­bolen­ze e sono ide­ali nel­la pesca a dra­gare. Ma sono atti­mi anche con cor­ren­ti lin­eari e molto sen­si­bili se tarati oppor­tu­na­mente. In prat­i­ca sono gal­leg­gianti da pas­sa­ta ide­ali che ben rispon­dono anche a trat­tenute sia di con­trol­lo che più lunghe.

Galleggianti rugby ball

I gal­leg­gianti a pal­la da rug­by sono una sor­ta di via di mez­zo tra i prece­den­ti tan­to da poter­li definire “all round” in quan­to affon­dano abbas­tan­za bene e ten­gono abbas­tan­za bene anche il moto ondoso. Insom­ma un equi­lib­rio, o meglio un com­pro­mes­so, tra sen­si­bil­ità e sta­bil­ità.

Galleggianta a palla da rugby

Ovvi­a­mente anche in ques­ta cat­e­go­ria, come nelle altre, ci sono forme che enfa­tiz­zano alcune carat­ter­is­tiche a dis­capi­to di altre. Per inten­der­ci, tan­to più questi gal­leg­gianti si fan­no affu­so­lati e lunghi più sono sen­si­bili e meno sono sta­bili. Più si accor­ciano e si allargano, ten­den­do quin­di ad una for­ma pres­soché sfer­i­ca (benché sem­pre più larga al cen­tro), più sono sta­bili e meno sono sen­si­bili.

Galleggiante ovetto

Tal­vol­ta le dif­feren­ze sono appe­na percettibili e insis­tere trop­po sul­la for­ma può com­pli­care inutil­mente una ques­tione, quel­la del com­por­ta­men­to, che include anche la por­ta­ta e le dimen­sioni, come la taratu­ra, come carat­ter­is­tiche acces­sorie ma non meno impor­tan­ti tipo anten­na e deri­va.

Antenna e deriva

Le antenne di seg­nalazione in un gal­leg­giante influen­zano sia la vis­i­bil­ità che il com­por­ta­men­to. Spes­so si trat­ta di trovare un equi­li­bro tra questi due aspet­ti in quan­to non vedi­amo tut­ti allo stes­so modo e con­viene, per dire, rin­un­cia­re a qual­cosa in ter­mi­ni di effet­to sul gal­leg­giante pur di vedere bene le man­giate. Il con­trario non avrebbe alcun sen­so.

Antenne dei galleggianti

I tre tipi di anten­na da pren­dere in con­sid­er­azione sono le antenne cave, quelle di plas­ti­ca piena e quelle in fibra. Per cias­cu­na di queste le carat­ter­is­tiche dipen­dono anche dal diametro con quelle più sot­tili che sono ovvi­a­mente più sen­si­bili di quelle di diametro mag­giore.

  • Antenne cave: Sono le più vis­i­bili e le più por­tan­ti. Il fat­to di essere cave le fa attra­ver­sare bene dal­la luce ed il fat­to di con­tenere aria le fa gal­leg­gia­re meglio delle altre. Si uti­liz­zano quan­do è nec­es­sario qual­cosa in più in ter­mi­ni di vis­i­bil­ità oppure di por­ta­ta. A par­ità di diametro sono dunque meno sen­si­bili delle altre.
  • Antenne in plas­ti­ca piena: piene per modo di dire per­ché pre­sen­tano anche queste un canale cavo, sep­pur di diametro min­i­mo. Han­no una buona vis­i­bil­ità (minore delle cave) e gal­leg­giano, ma sul­la por­ta­ta del gal­leg­giante han­no un’in­fluen­za trascur­abile poiché il canale inter­no è trop­po pic­co­lo. Sono antenne resisten­ti.
  • Antenne in fibra di vetro: molto sen­si­bili in quan­to non offrono la min­i­ma resisten­za all’af­fon­da­men­to e sono di diametro ridot­to. La vis­i­bil­ità sul­la dis­tan­za è minore delle prece­den­ti.

Ci sono poi altri tipi di anten­na (car­bo­nio, fer­ro, miste) ma nel­la pesca a bolog­nese e specie in mare le tre descritte sono le più comu­ni.

Per con­clud­ere il dis­cor­so non rimane che accennare breve­mente alle derive e anche in questo caso ne men­ziono gius­to tre.

  • Deri­va in acciaio: è una deri­va pesante che tende a sta­bi­liz­zare meglio e più velo­ce­mente il gal­leg­giante e quin­di a ren­der­lo respon­si­vo in maniera più rap­i­da oltre che sta­bile in cor­rente. Ha il difet­to di essere facil­mente deforma­bile.
  • Deri­va in car­bo­nio: è una deri­va più leg­gera e quin­di a par­ità di por­ta­ta e mate­ri­ale del cor­po fa sì che i gal­leg­gianti siano più pic­coli e sen­si­bili. Ha il difet­to di essere frag­ile.
  • Deri­va in fibra di vetro: deri­va pesante e robus­ta, inde­forma­bile. Un com­pro­mes­so tra le due e più adat­ta a gal­leg­gianti che pos­sono essere sot­to­posti a forte stress.

Dovrei aver det­to il gius­to, sen­za eccedere in un sen­so o nel­l’al­tro. Rimane che il gal­leg­giante è anche ques­tione molto per­son­ale, stret­ta­mente lega­ta alla percezione del sin­go­lo pesca­tore quin­di al di là di regole gen­er­ali l’es­pe­rien­za vi dirà quale è il gal­leg­giante che in deter­mi­nate con­dizioni fa più al caso vostro.

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