Elba Fishing Blog
Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

I bigattini morti: come, quando e perché

Tem­po di let­tura: 13 minu­ti

I bigat­ti­ni sono un’esca che ogni pesce ha impara­to a riconoscere come stra­or­di­nar­ia fonte di nutri­men­to ed a buona ragione è una tra le esche più uti­liz­zate in asso­lu­to sia in mare che in acqua dolce. Molti pesca­tori riten­gono che la vital­ità delle larve sia una carat­ter­is­ti­ca fon­da­men­tale nel­l’at­trarre i pesci e sicu­ra­mente in molti casi è così tut­tavia dob­bi­amo sof­fer­mar­ci su un aspet­to: i pesci si nutrono anche delle larve morte, quelle cioè che sono annegate poiché non sono state con­su­mate nel­l’im­me­di­a­to. Suc­cede con­tin­u­a­mente sul let­to di pas­tu­ra e addirit­tura può cap­itare che un gru­fo­la­tore sospet­toso preferisca le larve ferme piut­tosto che quel­la scod­in­zolante che abbi­amo appun­ta­to con tan­ta meti­colosità sul­l’amo. Sen­za dilun­gar­ci più del dovu­to, in ques­ta intro­duzione va infine sot­to­lin­eato come il bigat­ti­no mor­to rap­p­re­sen­ti una tra i capi­toli più impor­tan­ti del­la let­ter­atu­ra alieu­ti­ca e dunque un’esca imman­ca­bile nel pat­ri­mo­nio del pesca­tore sporti­vo.

Alcune specie mostra­no una par­ti­co­lare predilezione per gli inneschi a bigat­ti­ni mor­ti. Qui una carpa.

Carpa con bigattino morto

Bigattini freschi

I bigat­ti­ni fres­chi (gio­vani) sono carat­ter­iz­za­ti da estrema vivac­ità e dal­la pre­sen­za del­la mac­chia nera dor­sale, indice di pas­to recente. La cuti­co­la è bian­cas­tra, rel­a­ti­va­mente sot­tile e risul­tano piut­tosto mor­bi­di sia al tat­to che all’in­nesco. Dai bigat­ti­ni fres­chi si otten­gono quin­di dei cor­rispon­den­ti mor­ti molto chiari e mor­bi­di. I bigat­ti­ni fres­chi si pos­sono lavare con il lat­te fino a ren­der­li qua­si bianchi e se ne può ottenere una tipolo­gia gal­leg­giante. I mor­ti potran­no essere quin­di:

  • Col­ore: bian­co-gial­las­tro (nor­mali) o bian­co (lavati)
  • Tipolo­gia: gon­fi (nor­mali) o sti­rati (allun­gati)
  • Con­sis­ten­za: mor­bi­da
  • Gal­leg­gia­bil­ità: affon­dan­ti (nor­mali) o gal­leg­gianti

Bigattini vecchi

I bigat­ti­ni vec­chi ingial­lis­cono, si muovono meno vivace­mente, han­no per­so la mac­chia nera dor­sale e pre­sen­tano una cuti­co­la molto più spes­sa (stan­no andan­do ver­so lo sta­dio di pupa). Si trat­ta di larve che da vive ten­gono par­ti­co­lar­mente bene l’in­nesco pro­prio per il loro essere più dure. Per ottenere un buon bigat­ti­no invec­chi­a­to si pro­l­un­ga la sua per­ma­nen­za in fri­go ad una tem­per­atu­ra che bloc­chi la trasfor­mazione in pupa pur man­te­nen­do la vital­ità. I cor­rispon­den­ti mor­ti potran­no essere:

  • Col­ore: gial­las­tro
  • Tipolo­gia: gon­fi (nor­mali) o sti­rati (allun­gati)
  • Con­sis­ten­za: dura
  • Gal­leg­gia­bil­ità: affon­dan­ti (nor­mali) o gal­leg­gianti

Di base dunque la dif­feren­za con i mor­ti ottenu­ti dai fres­chi sta nel col­ore e nel­la con­sis­ten­za. A volte han­no la stes­sa resa, altre volte uno è preferi­bile all’al­tro.

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Bigattini colorati

Qui si apre la dis­cus­sione sul fat­to che i pesci vedano i col­ori, se questi ad una cer­ta pro­fon­dità vengano avver­ti­ti come in super­fi­cie e via dicen­do. Al di là di ogni con­sid­er­azione i bigat­ti­ni col­orati non man­cano mai nel por­ta-esca del pesca­tore più smal­izia­to ed il col­ore più uti­liz­za­to è il rosso. Se in acqua dolce, dove esistono esche nat­u­rali di col­ore rosso come il ver de vase (lar­va di chi­ronomo o blood­worm), un bigat­ti­no del­lo stes­so col­ore può rap­p­re­sentare un moti­vo in più per attac­care l’in­nesco (par­liamo di carpe, breme, caras­si e altri ciprini­di), in mare fran­ca­mente la situ­azione è molto più con­fusa e per lo più non si reg­is­tra­no dif­feren­ze sig­ni­fica­tive con il bian­co che, addirit­tura, sem­bra fun­zionare meglio.

  • Col­ore: rosso, aran­cione o gial­lo (esistono anche altri col­ori ma si trovano con mol­ta dif­fi­coltà)
  • Tipolo­gia: gon­fi (nor­mali) o sti­rati (allun­gati)
  • Con­sis­ten­za: mor­bi­da o dura a sec­on­da del­l’età
  • Gal­leg­gia­bil­ità: affon­dan­ti (nor­mali) o gal­leg­gianti

Come preparare i bigattini morti

Esistono diver­si meto­di ma in asso­lu­to il più uti­liz­za­to è tramite con­ge­la­men­to. Il che è anche como­do vis­to che una vol­ta con­ge­lati pos­si­amo pren­derne la quan­tità che ci serve in qual­si­asi momen­to e las­cia­re nel freez­er gli altri.
Andremo dunque a con­ge­lare i bigat­ti­ni vivi del­la tipolo­gia che ci inter­es­sa: fres­chi, vec­chi, gon­fi, sti­rati, affon­dan­ti o gal­leg­gianti. Quale che sia il tipo di bigat­ti­no lo si prepara pri­ma (men­tre è vivo) e poi lo andi­amo a con­ge­lare in buste di plas­ti­ca sot­tovuo­to (fat­to a mano).
Indipen­den­te­mente dal tipo di bigat­ti­no è sem­pre bene setac­cia­re le larve accu­rata­mente così da ottenere un con­ge­la­to puli­to e pri­vo di larve già morte. A tale scopo si uti­liz­zano due setac­ci, uno fine (1 mm) ed uno a maglie più gran­di (3–5 mm).

Setac­cio da gia­rdi­no con maglie da 5 mm. Si noti come alcune larve già morte sono rimaste all’in­ter­no del setac­cio: van­no elim­i­nate.

Setaccio grande bigattini

Ognuno può uti­liz­zare i setac­ci che vuole. Io tro­vo par­ti­co­lar­mente como­di ed eco­nomi­ci quel­li ver­di da gia­rdi­no, dato che non seleziono mai quan­tità enor­mi di bigat­ti­ni e che questi setac­ci han­no un diametro per­fet­to per i miei recip­i­en­ti. Quale sia il setac­cio occorre far atten­zione alla dimen­sione delle maglie. Le maglie da 5 mm con­sentono una selezione molto rap­i­da ma può accadere che qualche lar­va già mor­ta ven­ga fat­ta cadere nel recip­i­ente da quelle vive in movi­men­to: selezione veloce ma da ripetere più volte. Le maglie da 3 mm oper­a­no una selezione più lenta (per­ché le larve vive devono infi­lar­cisi a forza) ma più accu­ra­ta. A voi la scelta.

Con­teni­tore a rete per bigat­ti­ni con maglie da 1 mm.

Setaccio fine bigattini

Analoga­mente come setac­cio fine potete uti­liz­zare ciò che preferite. Una soluzione como­da è usare uno di quei con­teni­tori a rete che nascono pro­prio per i bigat­ti­ni: sono speci­fi­ci e le larve bag­nate non risal­go­no: ma va bene qual­si­asi setac­cio bas­ta che le maglie siano di 1 mm poiché deve pot­er uscire bene l’ac­qua e devono pot­er uscire bene farine anche grossolane (come quel­la di mais cru­da).
Pri­ma di pro­cedere con la preparazione dei bigat­ti­ni mor­ti le larve devono dunque essere selezion­ate con il setac­cio a maglia grossa (si elim­i­nano quelle già morte) e poi con quel­lo a maglia fine (escre­men­ti e polveri varie). Poi si può pro­cedere come segue:

1. Lavaggio con il latte (opzionale)

Solo per bigat­ti­ni fres­chi e nel caso si vogliano ottenere larve molto bianche. In questo caso copri­amo le larve con il lat­te e le agi­ti­amo per un paio di minu­ti. Il lat­te diven­ta scuro. È impor­tante che i bigat­ti­ni non stiano immer­si trop­po a lun­go poiché altri­men­ti pian piano diven­tano gal­leg­gianti (vedi dopo). Trascor­si i due minu­ti le larve ven­gono asci­u­gate con il setac­cio fine, che elim­i­na tut­to il liq­ui­do in ecces­so, poi poste in una bacinel­la con fari­na di mais cru­da, quan­to bas­ta (quan­tità e tem­po) per far­li asci­u­gare com­ple­ta­mente. Quan­do sia le larve che la fari­na sono asciutte i bigat­ti­ni van­no di nuo­vo setac­ciati (per elim­inare la fari­na) e pos­sono essere con­ge­lati.

2. Bigattini gonfi

Sono bigat­ti­ni con­ge­lati nel pieno del­la loro vital­ità (che siano fres­chi o vec­chi), cioè quan­do si muovono (non sono cioè in fase di morte appar­ente). Otte­ni­amo quin­di una lar­va con­ge­la­ta di grandez­za e con­sis­ten­za qua­si pari al vivo; la dif­feren­za più evi­dente è che chiara­mente quel­li mor­ti non si muovono più. La mag­gior parte sono di tipo affon­dante ma può cap­itare che si for­mi anche qualche lar­va gal­leg­giante, specie se pri­ma sono sta­ti sot­to­posti a lavag­gio.

Clas­si­co aspet­to del bigat­ti­no mor­to gon­fio. Appare “cor­to” (nel sen­so di con­trat­to, non allun­ga­to) e turgi­do.

Bigattini morti gonfi

3. Bigattini stirati (allungati)

Sono bigat­ti­ni con­ge­lati in fase di morte appar­ente, cioè quan­do si non si muovono e appaiono mor­bi­di e allun­gati. Si otten­gono tenen­doli in fri­go sen­za aria e a bas­sa tem­per­atu­ra. Quan­do noti­amo che han­no smes­so di muover­si e sem­bra­no mor­ti pos­si­amo pas­sar­li diret­ta­mente nel con­ge­la­tore. Sono un’esca per pesci dal­la man­gia­ta del­i­ca­ta che amano le larve più mor­bide come le pic­cole breme e alcune specie di cefali.

Bigat­ti­ni in fase di morte appar­ente (anco­ra vivi) dopo pas­sag­gio in fri­go e in caren­za d’aria (sot­tovuo­to fat­to a mano in sac­chet­to di plas­ti­ca). Le larve sono allun­gate, molto mor­bide, di con­sis­ten­za molle e non si muovono. Se las­ci­ate all’aria ripren­der­an­no vital­ità nel giro di qualche ora. Li con­geliamo diret­ta­mente pri­ma che si ripren­dano.

Bigattini morti stirati

4. Bigattini galeggianti

Si otten­gono copren­do le larve vive (non in morte appar­ente) con un velo d’ac­qua o di lat­te (se si desidera un effet­to sbian­cante) per un tem­po abbas­tan­za lun­go. Con­viene uti­liz­zare un con­teni­tore con chiusura in quan­to le larve bag­nate sono in gra­do di risalire qua­si ogni super­fi­cie e potreb­bero uscire; è inoltre preferi­bile che il con­teni­tore sia traspar­ente così da osser­vare se alcune larve escono dal­l’ac­qua (nel qual caso bas­ta agitare il recip­i­ente per far­le immerg­ere di nuo­vo).
Il tem­po nec­es­sario a ren­dere le larve gal­leg­gianti varia a sec­on­da del liq­ui­do uti­liz­za­to ed è più breve se si usa acqua gas­sa­ta rispet­to all’ac­qua nor­male o al lat­te. Può essere nec­es­saria anche più di un’o­ra per­ché tutte le larve siano in gra­do di gal­leg­gia­re; potete comunque tes­tar­le prel­e­van­done alcune e immer­gen­dole in un bic­chiere d’ac­qua. Quan­do tut­ti i bigat­ti­ni sono pron­ti si asci­ugano nel setac­cio fine e poi si con­ge­lano. Dato che ven­gono usati come esca con­siglio di con­ge­lar­li in pic­cole unità (cir­ca una man­ci­a­ta per sac­chet­to) in modo da pot­er scon­ge­lare di vol­ta in vol­ta solo quan­to nec­es­sario.

Due big­gat­ti­ni mor­ti gal­le­gianti riescono a soll­e­vare il pic­co­lo amo su cui sono sta­ti appun­tati.

Bigattini morti galleggianti

Quando e perché usare i bigattini morti

Pri­ma di elen­care tut­ti i pre­gi è forse meglio sot­to­lin­eare il prin­ci­pale difet­to: essendo mor­ti non sono gra­di­ti a pesci che ne ven­gono attrat­ti per l’estrema vital­ità e le vibrazioni emesse nel mez­zo acqu­oso. Abbas­tan­za ovvio, ma doveroso. Si potreb­bero citare cavedani e spigole insidiati a gal­la, due pesci diver­si ma che han­no alcu­ni aspet­ti in comune quan­do si par­la di pesca con il bigat­ti­no. Se andi­amo sui gru­fo­la­tori o par­liamo di pesci meno atten­ti alla vital­ità e abit­uati a cibar­si con minor selezione ver­so questo aspet­to il dis­cor­so cam­bia rad­i­cal­mente.
Altro pun­to impor­tante riguar­da la cor­rispon­den­za con la pas­tu­ra: se pas­turi­amo con i bigat­ti­ni mor­ti ha sen­so anche innescar­li poiché il pesce che ha scel­to di cibarsene non tro­verà dif­feren­za con quel­li appun­tati sul­l’amo. Ulti­mo ma non meno ril­e­vante è il com­por­ta­men­to in cor­rente; i bigat­ti­ni mor­ti gon­fi (di for­ma e con­sis­ten­za pres­soché iden­ti­ci ai vivi) quan­do entra­no in scia e ven­gono velo­ce­mente por­tati via da una cor­rente di fon­do abbas­tan­za inten­sa pas­sano rap­i­da­mente davan­ti alla boc­ca del pesce che non ha molto tem­po per decidere sul­la loro vital­ità: è un pren­dere o las­cia­re! È cap­i­ta­to di cat­turare anche spigole a feed­er in con­dizioni ide­ali, quelle cioè che ten­dono ad annullare la percezione del “vivo o mor­to” (in questo speci­fi­co caso bas­so fon­dale con cor­rente di fon­do abbas­tan­za spin­ta).
Andi­amo ad elen­care ora i pre­gi:

  1. I bigat­ti­ni mor­ti non rompono la pas­tu­ra: pos­sono essere inser­i­ti in boc­ce di sfar­i­nati (fino ad un rap­por­to mas­si­mo di 2:1 a favore del­lo sfar­i­na­to e solo se rap­p­re­sen­tano l’u­ni­co ele­men­to sle­gante) o far parte di pas­ture miste nei feed­er open-end sen­za che l’im­pas­to ne risen­ta.
  2. I bigat­ti­ni mor­ti non si nascon­dono: a dif­feren­za di quel­li vivi che ten­dono a cam­minare, scivolare (in caso di pen­den­ze), ins­ab­biar­si o “nascon­der­si” sot­to il limo e sas­si, i bigat­ti­ni mor­ti ten­dono a rimanere sul pos­to e più in super­fi­cie (in quan­to un po’ più leg­geri).
  3. I bigat­ti­ni mor­ti sono più teneri: in par­ti­co­lare quel­li fres­chi e sti­rati ma un po’ tut­ti a par­ità del vivo cor­rispon­dente. Alcu­ni pesci sem­bra­no trovar­li par­ti­co­lar­mente gra­di­ti per ques­ta loro pro­pri­età (cefali, breme, caras­si, carpe).
  4. I bigat­ti­ni mor­ti sono più fre­quen­ti in natu­ra: i bigat­ti­ni non nascono in acqua ma ven­gono introdot­ti dai pesca­tori e par­lare di “natu­ra” è un po’ ecces­si­vo. Può accadere che provengano da qualche ani­male mor­to in prossim­ità del­la riva ma sta­tis­ti­ca­mente è un even­to raro e quin­di irril­e­vante. Essendo tut­tavia l’esca più uti­liz­za­ta in asso­lu­to ne ven­gono introdotte nelle nos­tre acque in notevoli quan­tità quan­do ven­gono get­tati come rima­nen­za da pesca­tori o riven­di­tori per­ché non più uti­liz­z­abili.
  5. I bigat­ti­ni mor­ti sono meno gra­di­ti alla min­u­taglia: vero, come è tut­tavia vero che alcu­ni pesci (es. alborelle) fan­no strage di tut­to ciò che entra in acqua e può essere con­ver­ti­to in nutri­men­to. Però un cer­to gra­do di selezione sem­bra esser­ci.
  6. I bigat­ti­ni mor­ti sono un’esca eco­nom­i­ca e sem­pre disponi­bile: che pos­sano piac­ervi o meno, averne un cer­to quan­ti­ta­ti­vo nel freez­er rap­p­re­sen­ta sem­pre una grande oppor­tu­nità, oltre ad un risparmio (o meglio un’ot­timiz­zazione dei costi) poiché se a fine ses­sione get­tate via le esche, quelle effet­ti­va­mente uti­liz­zate le avete pagate più care! Se invece avete modo di riu­ti­liz­zarle è tut­ta un’al­tra sto­ria.
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Come usare i bigattini morti

Molto sem­plice­mente, pri­ma di uti­liz­zare i bigat­ti­ni dob­bi­amo scon­ge­lar­li in acqua a tem­per­atu­ra ambi­ente. Il tem­po nec­es­sario dipende dal­la quan­tità di larve che inten­di­amo usare. Per una ses­sione di pesca nor­male è suf­fi­ciente met­ter­li in acqua la mat­ti­na stes­sa e nel tem­po che fac­ciamo colazione e ci prepari­amo le larve han­no già per­so rigid­ità. Pri­ma di uscire li inse­ri­amo nel con­teni­tore di trasporto (chiusura ermet­i­ca) con nuo­va acqua fres­ca a tem­per­atu­ra ambi­ente e quan­do siamo sul luo­go di pesca sono già pron­ti per l’u­so. Per tut­ta la ses­sione van­no man­tenu­ti immer­si così che pos­sano man­tenere le loro carat­ter­is­tiche (col­ore e con­sis­ten­za).

Sfar­i­na­to (ground­bait), micro­pel­lets e bigat­ti­ni mor­ti (mix gal­leg­gianti e affon­dan­ti).

bigattini morti

Molti con­sigliano di uti­liz­zare l’ac­qua del pos­to poiché quel­la pota­bile spes­so con­tiene cloro che potrebbe alter­are il gus­to del bigat­ti­no. Ci pen­so spes­so, specie quan­do leg­go l’an­nuario ARPAT e scor­ro la lista di tutte le sostanze pre­sen­ti nel fiume. A mio modo di vedere non c’è dif­feren­za ma se siete atten­ti a questo par­ti­co­lare bag­nateli sul­lo spot o uti­liz­zate l’ac­qua in bot­tiglia, che è più neu­tra (come sapore) di quel­la di molti rubi­net­ti.

1. Pesca al colpo

I bigat­ti­ni mor­ti affon­dano più lenta­mente di quel­li vivi (sal­vo che siano gal­leg­gianti) ed alcu­ni pesca­tori li uti­liz­zano sfusi nel­la pesca al colpo in cala­ta benché la lan­cia­bil­ità a fion­da sia forte­mente com­pro­mes­sa. Non è il mio caso. Li ho tes­ta­ti qualche vol­ta (quel­li gon­fi) nel­la pesca a trat­tenu­ta bloc­ca­ta e nonos­tante qualche spigolot­ta sia cadu­ta nel­l’in­gan­no (quelle gio­vani spes­so non van­no trop­po per il sot­tile) non vi è alcu­na ragione di preferir­li ai vivi in ques­ta tec­ni­ca, se non per dis­per­azione. Par­lan­do sem­pre di pesca al colpo han­no un ruo­lo impor­tante nel­la pesca a breme, carpe e caras­si quan­do asso­ciati ad una pas­tu­razione da fon­do, fat­ta con boc­ce di pas­tu­ra e larve morte, pre­sen­tan­do poi l’esca a quel liv­el­lo. Nel mio caso, fre­quen­tan­do l’al­to trat­to di foce, li tro­vo par­ti­co­lar­mente effi­caci nel­l’ap­proc­cio mar­ginale a carpe e chan­nel in cor­rente lenta o qua­si assente: in queste con­dizioni si pesca diret­ta­mente sul­la pas­tu­ra ed un ciuf­fet­to di bigat­ti­ni mor­ti pre­sen­ta­to over-depth (leg­ger­mente pog­gia­to sul fon­do) di rado viene igno­ra­to se i pesci entra­no.

2. Feeder

Se da un cer­to pun­to di vista il bigat­ti­no mor­to nel­la pesca al colpo ha in sé un uso abbas­tan­za tec­ni­co (par­liamo di rbs, pesca all’in­glese, dosag­gio accu­ra­to degli ingre­di­en­ti nelle boc­ce di pas­tu­ra e via dicen­do) nel feed­er rien­tra comune­mente tra gli ele­men­ti che pos­sono essere veico­lati all’in­ter­no dei pas­tu­ra­tori open-end sen­za prob­le­mi. Il tipo di pas­tu­ra­tore è impor­tante. Pre­tendere (come è cap­i­ta­to di leg­gere) che un bigat­ti­no mor­to pos­sa uscire agevol­mente dai fori di un block-end è abbas­tan­za azzarda­to. Può cap­itare che qualche lar­va esca, specie se i fori sono di gran­di dimen­sioni e si pesca in cor­rente ma per lo più le larve ven­gono perse durante il recu­pero quan­do, per via del­la tur­bolen­za che si gen­era nel feed­er, il moto vor­ti­coso ne facili­ta l’us­ci­ta (van­i­f­i­can­do per­al­tro la pas­tu­razione).

bigattini morti

I pas­tu­ra­tori più adat­ti sono appun­to quel­li aper­ti ai due poli (open-end clas­si­ci e cage feed­ers) e quel­li dotati di una sola ampia aper­tu­ra lat­erale o polare (win­dow feed­er, domed feed­er e pel­let feed­er). Se non ne avete a dis­po­sizione potete ricavar­li facil­mente a par­tire dai dif­fusi block-end (di qual­si­asi tipo) sem­plice­mente elim­i­nan­do uno o entram­bi i poli.

Pre­ston Clik Cap Feed­er al quale è sta­to taglia­to il polo in coda.

feeder open
feeder open

Vari pas­tu­ra­tori “aper­ti” tra cui un block-end al quale sono sta­ti elim­i­nati entram­bi i poli.

feeder open

Fer­mo restando il con­cet­to gen­erale che il pas­tu­ra­tore “aper­to” per­me­tte la fuo­rius­ci­ta delle par­ti­celle più grossolane (pic­coli pel­lets, bigat­ti­ni mor­ti, ecc.) a sec­on­da del pas­tu­ra­tore dovre­mo saper­lo riem­pire in modo tale che la fuo­rius­ci­ta avven­ga nei tem­pi giusti e, soprat­tut­to, nel pun­to in cui si deposi­ta sul fon­do (e non durante il recu­pero). Qui sta a voi testare i vari mix di pas­tu­ra (che com­pren­dono sem­pre uno sfar­i­na­to che fa da tap­po e col­lante) e cal­i­brare la gius­ta com­pres­sione.

Cari­ca­men­to “a sand­wich” di bigat­ti­ni mor­ti sfusi in feed­er oval block-end pri­va­to dei due poli (anal­o­go ad un open-end ma più schi­ac­cia­to). Sul fon­dale i due tap­pi di pas­tu­ra si dis­solvono men­tre la cor­rente di fon­do fa uscire le larve. A sec­on­da del­l’in­ten­sità del­la cor­rente vi si asso­ciano diverse lunghezze del ter­mi­nale. In genere nel­la pesca alle carpe le zone sono a cor­rente molto lenta e dunque è preferi­bile usare finali piut­tosto cor­ti. In caso di acqua fer­ma, dopo qualche min­u­to, è con­sigli­a­bile tirare il pas­tu­ra­tore indi­etro di cir­ca un pal­mo così da assi­cu­rar­si che tutte le larve siano uscite e che l’amo innesca­to (per le carpe “a ciuf­fet­to”) si col­lochi pro­prio dove sono con­cen­trati i bigat­ti­ni fuo­rius­ci dal feed­er.

feeder bigattino morto
feeder bigattino morto
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3. Inneschi

L’in­nesco dei bigat­ti­ni mor­ti, specie se sono quel­li gon­fi, non dif­ferisce da quel­lo del bigat­ti­no vivo se non per il fat­to che sul fon­do la lar­va non si muove. Val­go­no dunque tutte le opzioni già descritte nel­l’arti­co­lo ded­i­ca­to. Trat­tan­dosi tut­tavia di una pesca pres­soché ind­i­riz­za­ta ai gru­fo­la­tori e di una cer­ta taglia l’innesco a ciuf­fet­to va per la mag­giore: due bigat­ti­ni su amo pic­co­lo per le prede di taglia minore e nel­la pesca al colpo, un nutri­to ciuf­fet­to di più bigat­ti­ni su amo più grande per le prede più grosse, sia nel­la pesca al colpo (es. approc­cio mar­ginale alle carpe) che soprat­tut­to nel­la pesca a fon­do (leg­ering e feed­er).
Una par­ti­co­lare cura va ris­er­va­ta ai bigat­ti­ni gal­leg­gianti. In questo caso l’in­nesco deve essere asso­lu­ta­mente pre­ciso e in pun­ti di mag­gior spes­sore del­la cuti­co­la così da non com­pro­met­tere l’in­tegrità del­la lar­va. Con­siglio ami pic­coli a filo sot­tile, meglio se privi di ardiglione (bar­b­less) e di appuntare la lar­va o sul­l’or­let­to pos­te­ri­ore (sot­to gli spira­coli pos­te­ri­ori) oppure appe­na sot­topelle in boc­ca.

4. Montature

Non esistono mon­tature da bigat­ti­ni mor­ti: le mon­tature sono le stesse che uti­lizzi­amo per quel­li vivi. Se pes­can­do a feed­er abbi­amo il prob­le­ma del fon­dale molle e per quel moti­vo opti­amo per larve che non pos­sano nascon­der­si al suo inter­no, oltre al bigat­ti­no mor­to come esca è utile abbina­rvi un rig ad eli­cot­tero. In realtà io lo preferisco qua­si sem­pre, indipen­den­te­mente dal tipo di fon­dale, dal­la dis­tan­za di pesca o dal­la pre­sen­za o meno di cor­rente. Ma non sti­amo qui a tessere le lodi di una mon­tatu­ra di cui abbi­amo già par­la­to. Valide alter­na­tive sono il pater­nos­ter e il run­ning rig (meglio se con feed­er­link). In ogni caso, se uti­liz­zate i bigat­ti­ni gal­leg­gianti per insidiare in cor­rente prede astute come spigole e cavedani, ma anche orate nel trat­to di foce, è oppor­tuno che il finale sia molto lun­go, sot­tile e l’amo decisa­mente pic­co­lo. Questo per­ché la gal­leg­gia­bil­ità “nat­u­rale” di un bigat­ti­no, così come lo abbi­amo prodot­to, è decisa­mente ridot­ta e bas­ta un niente per far­lo affon­dare (pur rima­nen­do comunque molto leg­gero). Inneschi pop-up a base di bigat­ti­ni mor­ti con ami gen­erosi per grosse prede (es. carpe e chan­nel) richiedono sem­pre un aiu­to, che sia un pezzet­to di boilie, un nugget o un wafter e, chiara­mente, devono essere tes­ta­ti pri­ma di lan­cia­r­li per ver­i­fi­carne la gal­leg­gi­bil­ità o meglio l’e­qui­lib­rio. Come vedete non con­siglio mate­ri­ali inquinan­ti quin­di state lon­tani da poli­s­tiro­lo o quan­t’al­tro non sia biodegrad­abile: esistono alter­na­tive, quin­di usatele.

Si possono utilizzare i bigattini morti in mare?

Il bigat­ti­no mor­to è una tipi­ca esca d’ac­qua dolce da uti­liz­zare quan­do le con­dizioni e il tipo di approc­cio lo richiedono. Vero. Ciò non sig­nifi­ca — e sarebbe sbaglia­to trarre una sim­i­le con­clu­sione — che in mare non abbia alcun ruo­lo. In realtà, quan­do le con­dizioni e le neces­sità sono sim­ili (non sti­amo a ripeter­le) il bigat­ti­no mor­to è effi­cace anche in acqua sala­ta. Vi sarà cap­i­ta­ta sicu­ra­mente una gior­na­ta in cui i pesci non man­giano e sap­pi­amo che per abi­tu­dine (sbagli­a­ta sec­on­do me, ma questo è un altro dis­cor­so) in genere chi pesca a feed­er in mare ha delle per­ma­nen­ze del­la lenza in acqua molto lunghe. Specie in inver­no il bigat­ti­no in acqua smette di muover­si pre­co­ce­mente e se si allungano i tem­pi di cala­ta ciò che abbi­amo sul­l’amo, dopo un po’, non è altro che l’e­quiv­a­lente di un bigat­ti­no mor­to. È una morte appar­ente ma il pesce non è un medico legale! E vi sarà cap­i­ta­to, ormai scor­ag­giati e rasseg­n­ti al cap­pot­to, di ved­er improvvisa­mente par­tire la can­na e, mi auguro, di portare a riva una bel­la ora­ta o un bel sara­go. Ebbene quel pesce ha man­gia­to su un let­to di pas­tu­ra di bigat­ti­ni mor­ti per poi cedere al vostro bigat­ti­no mor­to innesca­to.
La doman­da ha dunque la sua rispos­ta. I bigat­ti­ni mor­ti sono molto vali­di anche in mare nel­la pesca ai gru­fo­la­tori. Non sono migliori o peg­giori di quel­li vivi, sono sem­plice­mente più o meno adat­ti a sec­on­da delle cir­costanze.

4 commenti su “I bigattini morti: come, quando e perché”

  1. Buonasera,
    pes­can­do in mare ed usan­do i bigat­ti­ni mor­ti come pas­tu­ra sarebbe utile innescarne un paio vivi?

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    • Ciao Adri­ano,
      In genere quan­do si pas­tu­ra con il mor­to si pesca anche con il mor­to poiché il pesce non dovrebbe notare dif­feren­ze, che non riguardano solo la mobil­ità ma anche la con­sis­ten­za ed altre carat­ter­is­tiche che dif­feren­ziano la lar­va viva da quel­la mor­ta. Questo in lin­ea di prin­ci­pio. Poi nul­la vieta di fare anche diver­sa­mente. Vi sono pesci molto dif­fi­den­ti ed altri meno, pesci che preferiscono la lar­va viva (un esem­pio su tut­ti la spigo­la), altri che man­giano meglio su quel­la mor­ta (es. i cefali) ed altri anco­ra che non sono par­ti­co­lar­mente selet­tivi e attac­cano di tut­to. Questo in mare, in fiume è un altro dis­cor­so ma inutile par­larne 😉
      Quin­di non vi è una rispos­ta uni­ca, tipo sì o no, ma piut­tosto un “dipende”. E dipende anche dal tipo di pesca che fai, per­ché una cosa è pre­sentare il mor­to in pas­tu­ra a feed­er ed una cosa è avere bigat­ti­ni mor­ti in pas­tu­ra man­uale poiché non affon­dano come le larve vive se lan­ciati sci­olti, con­ver­rebbe in quel caso inserir­li in un mix con uno sfar­i­na­to così da pot­er for­mare boc­ce (se si pesca al colpo).
      Se hai altre domande chie­di pure 😉

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