La pesca all’inglese è una specifica disciplina nel campo della pesca al colpo (con il galleggiante). Come tale prevede l’uso delle proprie attrezzature per essere praticata al meglio e questo va detto chiaramente sin dall’inizio in quanto c’è tutt’oggi (anche se meno rispetto al passato) una certa confusione a riguardo. Nella patria della nostra amatissima bolognese, nonostante l’inglese sia uno dei pilastri della pesca al colpo agonistica, una nutrita parte di pescatori ricreativi identificata questa tecnica per lo più con il suo galleggiante, il waggler, che molti utilizzano appunto sulle bolognesi sostenendo poi di pescare all’inglese. In realtà quella che mettono in campo è una tecnica ibrida che ha il suo perché solo in condizioni o spot particolari mentre la vera pesca all’inglese è tutt’altra cosa. Vediamo dunque, nel minor spazio possibile, di fare un po’ di chiarezza.
L’attezzatura: canne e mulinelli
La prima evidenza è che una match rod somiglia molto di più ad una canna da legering che ad una bolognese. È noto infatti che le prime canne da legering altro non erano che match rod modificate. Già questo dovrebbe suggerirci qualcosa sulle sue caratteristiche. Rispetto alla bolognese è una canna più corta, più sottile, ad innesti, più rigida e reattiva, capace di gestire nel lancio un’ampia gamma di grammature (il range è mediamente 5–20 g) e con un’azione che permette comunque di lavorare pesci di grandi dimensioni anche con terminali di piccolo diametro. Questo già indica almeno un paio di utilizzi che poi sono quelli più conosciuti: pesca in condizioni di vento e pesca a medio-lunga distanza. Ovviamente non ci si limita a questo ma sono senz’altro due contesti in cui la match rod prevale nettamente sulla bolognese.
Sessione di pesca all’inglese con la canna poggiata sul supporto.
Bolognese e inglese non sono in competizione, sono complementari. Un vero appassionato di pesca al colpo, benché come tutti abbia infine una tecnica preferita rispetto alle altre, sa bene che ogni contesto e ogni circostanza (spot e condizioni) possono essere affrontati in molti modi ma ce n’è sempre uno che garantisce l’azione di pesca ideale e che spicca sugli altri. Vi sono casi in cui la scelta migliore è la bolognese, tanto da non poterne addirittura fare a meno, ed altri in cui lo è l’inglese. Sono due tecniche e due canne così diverse che non potrebbe essere altrimenti.
Una tipica match rod. Si tratta di una canna ad innesti, in tre pezzi, con manico in sughero. Il casting è generalmente nel range 5–20 gr. Vi si abbina un mulinello di taglia 3000 o 4000 imbobinato con un monofilo affondante (sinking) e a bassa elasticità.
Anche per i mulinelli notiamo delle differenze. I mulinelli nella pesca all’inglese sono abbastanza simili a quelli che si utilizzano nel legering leggero sia come taglia (3000–4000 a seconda dei modelli) che come filo utilizzato (affondante e a bassa elasticità). Il diametro della lenza madre va messo in relazione alla grammatura dei galleggianti utilizzati e non è mai estremamente sottile, attestandosi nel range 0.16–0.18. Uno dei motivi è che i galleggianti, anche quando hanno una portata ridotta (es. 1 g) sono sempre più pesanti di quelli da bolognese (es. un 3+1 porta un grammo in lenza ma ha una portata globale di quattro grammi) e sono facilmente intercambiabili così non è raro che in una stessa sessione ci si trovi a pescare su una linea corta, con un waggler leggero, e poi si decida di operare su una linea molto più distante con grammature anche di molto superiori. Gli agonisti in gara hanno più canne ma il pescatore sportivo ricreativo di solito ne porta con se una soltanto e quindi vale la regola del compromesso, ossia di un setup generale che vada bene in più circostanze. Di solito lo 0.16 in bobina è quel filo con cui possiamo affrontare la maggior parte delle situazioni, con lo 0.18 che è più indicato se in prevalenza si pensa di operare su lunghe distanze con i bodied di un certo peso (vedi dopo).
Galleggianti: gli wagglers
Gli wagglers sono i classici galleggianti inglesi del tipo “bottom only” ossia collegati alla lenza tramite la sola base. In questo si differenziano dagli altri galleggianti, come quelli da bolognese, che sono invece di tipo “top and bottom” (collegati alla lenza per entrambe le estremità). Tipico degli wagglers è il loro movimento che ricorda vagamente lo scodinzolare di una coda da cui il nome. Per quanto concerne la forma ne esistono sostanzialmente di due tipi: tutti dritti (straight wagglers) e con bulbo basale (bodied wagglers). Quando l’antenna è più sottile del corpo cilindrico si parla di Insert wagglers (indipendentemente che siano straight o bodied).
Vari straight wagglers con antenne intercambiabili ed insert.
Gli straight wagglers sono galleggianti a penna dalla portata relativamente limitata e vengono utilizzati in condizioni di acqua ferma o in presenza di corrente lenta fino alla media distanza. La presenza dell’insert più sottile gli conferisce particolare responsività nei confronti delle mangiate delicate ma, aumentandone la sensibilità e riducendone la visibilità, li rende specifici per l’acqua ferma sulla corta distanza.
Vari bodied wagglers con antenne fisse e intercambiabili.
I bodied wagglers sono galleggianti da utilizzare sulla lunga distanza. La presenza del bulbo ne incrementa la portata e la lanciabilità. Vengono utilizzati sia in acqua ferma che in corrente lenta. Quanto all’insert, quando applicabile, in questi galleggianti non potrà mai essere troppo sottile in quanto sulla lunga distanza non sarebbe visibile. Piuttosto su questi galleggianti vengono applicati i cosiddetti fischioni, che altro non sono che speciali antenne cave di diametro molto ampio la cui funzione è proprio quella di rendere l’antenna più visibile sulla lunga distanza.
Vari wagglers piombati (loaded wagglers).
Un’altra distinzione da fare riguarda la presenza o meno di una zavorra alla base del galleggiante. Quando gli waggler presentano già un peso (fisso o regolabile tramite una serie di dischi) si parla di Loaded wagglers mentre se non presentano alcun peso di Unloaded wagglers (in pratica di piombati e non piombati).
Vari wagglers non piombati (unloaded wagglers).
Nella pesca all’inglese in mare i galleggianti non piombati sono generalmente poco utilizzati benché in realtà risultino assai versatili potendo sia svolgere la stessa funzione di quelli piombati che consentire una più ampia gamma di distribuzioni del peso in lenza. Vengono solitamente montati utilizzando un adattatore in silicone munito di girella che ne consente la rapida sostituzione.
Come si collega un waggler
Gli wagglers sono galleggianti derivati e vengono collegati alla lenza per la base tramite un attacco che nella maggioranza dei casi è rappresentato da una comune girella con moschettone oppure da un connettore specifico (tipico degli straight unloaded) che vengono fermati in posizione da due sistemi di stop. Come sistema di stop si utilizzano i classici stopper in gomma e/o pallini di piombo.
Unloaded waggler applicato in lenza tramite connettore e mantenuto in posizione da pallini di piombo. Notare la distribuzione asimmetrica (più peso a valle ed un solo pallino a monte).
Il connettore in silicone si utilizza generalmente per gli straight wagglers non piombati. Si tratta di un attacco molto leggero che consente comunque la sostituzione del galleggiante (con uno dello stesso tipo). Trattandosi di galleggianti non piombati il sistema di stop è rappresentato da una serie di pallini applicati con distribuzione asimmetrica (più peso a valle ed un solo pallino a monte). A valle il maggior peso è solitamente rappresentato da un bulk conico. Questa distribuzione impedisce che il galleggiante scivoli in basso durante il lancio e offre l’opportunità di spostare eventualmente del peso in lenza (pallini più piccoli del bulk) qualora sia necessario.
Il piombo da utilizzare è quello morbido da inglese, facilmente applicabile, spostabile e removibile senza stress per la lenza. Questo peso prende il nome di piombatura passiva. La sua funzione, oltre a rappresentare un sistema di stop, è unicamente di taratura. Risulta inoltre fondamentale perché il waggler possa essere lanciato a distanza e con la massima precisione.
Loaded waggler applicato tramite girella con moschettone e mantenuto in posizione da stopper in gomma.
Gli wagglers piombati, sia straight che bodied, vengono collegati tramite una girella con moschettone. I sistemi di stop possono essere sia gli stopper in gomma che i pallini e non è escluso l’uso di entrambi. Molto dipende dal peso del waggler e dalle esigenze di taratura. In questi galleggianti la piombatura passiva è già inclusa alla base (fissa o regolabile a dischi) così in quelli più leggeri due soli stopper in gomma sono sufficienti per evitare che scivolino in basso in seguito al lancio mentre in alto ne basta uno solo.
Particolare del sistema di stop in gomma per gli waggler leggeri: due stopper a valle ed uno a monte.
Più avanti vedremo come nelle montature scorrevoli (sliding waggler) il sistema di stop superiore è invece rappresentato da un nodo di stop. Si tratta di montature che si rendono necessarie quando la profondità di pesca supera il limite imposto dalla canna o quando lo spazio per lanciare è ridotto. Meritano una trattazione a parte.
Le montature: aspetti di base
Come abbiamo appena visto il waggler è un galleggiante in ogni caso piombato (che sia un loaded o unloaded ha sempre del peso alla base) dalla straordinaria lanciabilità. Escludendo la piombatura passiva rimane solo lo stretto necessario da inserire in lenza come piombatura attiva (peso che oltre a partecipare alla taratura determina la discesa verso il fondo dell’esca e influenza la dinamica della lenza). Ne viene che le lenze saranno generalmente molto semplici e ridotte all’essenziale. Questo è un altro aspetto caratteristico della pesca all’inglese.
Un esempio di montatura classica per la pesca all’inglese.
Avremo modo di presentare montature anche molto diverse e specifiche per spot ed approccio ma tutte saranno caratterizzate dalla notevole semplicità. Lo schema sopra è giusto un esempio che evidenzia sia il ruolo della piombatura passiva che quello della piombatura attiva nonché, di quest’ultima, la localizzazione preferenziale che in genere è nella metà inferiore della lenza. Questo assicura la massima lanciabilità con il minor rischio di garbugli.
Una nota merita la misurazione del fondo che a differenza di quanto visto per la bolognese avviene grazie all’utilizzo di sonde molto piccole e rappresentate da uno o due pallini di sovrataratura applicati direttamente sull’amo.
La pesca all’inglese nasce per la distanza (più o meno lunga) e lanciare sonde di grammatura generosa sbilancia completamente la lenza (ricordiamo che la maggior parte del peso deve trovarsi alla base del galleggiante). Con il waggler si sonda dunque sull’amo e utilizzando il peso sufficiente a superare la sua taratura e farlo affondare. Lancio dopo lancio si sposta così il galleggiante (con i suoi stopper chiaramente) progressivamente più in alto finché l’antenna non inizia a sporgere dalla superficie dell’acqua. A quel punto si può togliere il pallino (o i due pallini) dall’amo trovandoci leggermente under-depth (sollevati dal fondo). A questo punto si tratta di decidere se vogliamo pescare esattamente sul fondo (basta alzare il galleggiante ancora di uno o due centimetri) oppure appoggiati sul fondo (lo si alza di una misura pari all’appoggio che vogliamo dare).
Quando, dove e perché pescare all’inglese
Nella pesca all’inglese il filo affondante (sinking) serve appunto ad affondare la lenza sotto la superficie dell’acqua mentre la bassa elasticità (low stretch) a rendere più rapida la ferrata sulla lunga distanza. Già dalle caratteristiche della lenza madre si capisce che l’inglese è una tecnica che consente di pescare bene in presenza di vento e su linee distanti da riva. Una condizione (vento e distanza) difficilmente affrontabile con la bolognese, canna che per la sua struttura, per la sua lunghezza e per il fatto che utilizza galleggianti top and bottom risente molto della presenza di vento (sia per la gestione del filo che per il lancio).
Una leggera brezza laterale viene gestita tenendo la vetta della canna molto vicina all’acqua e affondando il filo.
L’inglese va comunque ben oltre “vento e distanza” rappresentando una tecnica eccezionale anche in assenza di vento e su distanze normali, per non dire addirittura corte. A tal proposito consiglio la lettura dell’articolo dedicato alla pesca all’inglese in mare dove vengono presi in considerazione tutti gli aspetti della pesca in acqua ferma, compreso l’uso del galleggiante inglese scorrevole. A chi invece è interessato alla pesca in fiumi e canali (in particolare nel tratto di foce) suggerisco l’approfondimento dedicato alla pesca all’inglese in corrente. Molti altri articoli, alcuni specifici per tipologia di approccio o di spot, sono inoltre a disposizione nella sezione inglese della pagina tecniche.