Elba Fishing Blog
Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

Spigole e orate all’inglese in acqua bassa

Tem­po di let­tu­ra: 11 minu­ti

Quan­do si leg­ge di acqua bas­sa vien da chie­der­si subi­to che cosa si inten­da o, più pre­ci­sa­men­te, qua­le sia il limi­te d’al­tez­za per il qua­le la colon­na d’ac­qua sia appun­to da rite­ner­si bas­sa. Indi­ca­ti­va­men­te direi sot­to i set­te pie­di (poco più di due metri). A que­sta pro­fon­di­tà, in acque natu­ra­li e spe­cial­men­te in mare, ogni feno­me­no di distur­bo vie­ne ampli­fi­ca­to: il piom­bo o il fee­der che impat­ta l’ac­qua, una boc­cia di pastu­ra e addi­rit­tu­ra un gal­leg­gian­te piom­ba­to pos­so­no allar­ma­re i pesci entra­ti in pastu­ra. L’ap­proc­cio in acqua bas­sa deve esse­re dun­que deli­ca­to e ciò impo­ne di soli­to una pastu­ra­zio­ne ad ele­men­ti sfu­si, tipi­ca­men­te i leg­ge­ris­si­mi bigat­ti­ni, e mol­ta accor­tez­za nel por­re la len­za in acqua. In mare, dove le con­di­zio­ni sono tali che ogni azio­ne sul­la riva vie­ne facil­men­te per­ce­pi­ta dai pesci, è spes­so neces­sa­rio pesca­re ad una cer­ta distan­za e la leg­ge­rez­za si scon­tra con le neces­si­tà di lan­cio. Ecco quin­di che una tec­ni­ca come l’in­gle­se è indub­bia­men­te la più ido­nea per affron­ta­re que­sta situazione.

Iso­la d’El­ba. Zona umi­da nel Gol­fo di Mola al cam­bio di luce.

zona umida mola

Lo spot che pren­dia­mo in con­si­de­ra­zio­ne è una diste­sa di acqua mari­na di bas­sa pro­fon­di­tà che si tro­va dinan­zi ad una zona umi­da. Vi sfo­cia­no dei pic­co­li cana­li che por­ta­no acqua dol­ce in modo inco­stan­te, pre­va­len­te­men­te in occa­sio­ne di for­ti piog­ge. L’en­tro­ter­ra è tut­ta­via carat­te­ri­sti­co del­le aree umi­de palu­stri dul­ciac­qui­co­le così anche se non pos­sia­mo par­la­re di acqua pro­pria­men­te sal­ma­stra l’ha­bi­tat è idea­le per spi­go­le e ora­te che tro­va­no faci­le nutri­men­to sul fon­da­le ric­co di gran­chiet­ti, gam­be­ret­ti e anel­li­di. Pic­co­li pesci come lat­te­ri­ni e mug­gi­net­ti amplia­no per i pre­da­to­ri l’of­fer­ta di un ban­chet­to già di per sé ric­co e succulento.

Attrezzatura

Per que­sta tec­ni­ca si uti­liz­za­no le can­ne ingle­si (match rod) da 14–15 pie­di che in mare son sem­pre pre­fe­ri­bi­li ai model­li più cor­ti. La distan­za di pesca è quel­la rag­giun­gi­bi­le dai bigat­ti­ni fion­da­ti quin­di pos­sia­mo abbi­nar­vi un muli­nel­lo di taglia 3000 o 4000 con bobi­na a bas­sa capa­ci­tà che vie­ne cari­ca­to con un mono affon­dan­te di misu­ra 0.16 mm.

Shi­ma­no Aer­nos Match da 15 pie­di e Col­mic Zar­tan 400 con Tra­buc­co Match Sin­king XPS T For­ce 0.165 mm.

Spigole e orate in acqua bassa

Per quan­to con­cer­ne i gal­leg­gian­ti la scel­ta dipen­de da vari fat­to­ri ma le tipo­lo­gie che uti­liz­zia­mo sono straight e bodied wag­gler di pic­co­la misu­ra, piom­ba­ti e con por­ta star­light da 4.5 mm. Spe­ci­fi­co l’an­ten­na poi­ché è una del­le carat­te­ri­sti­che più rile­van­ti. I gal­leg­gian­ti con alleg­gia­men­to da 4.5 mm sono mag­gior­men­te ver­sa­ti­li in quan­to pos­sia­mo uti­liz­za­re un ridut­to­re insert (4,5→3 mm), qua­lo­ra voles­si­mo ren­de­re il gal­leg­gian­te più sen­si­bi­le, oppu­re un’an­ten­na cava da 4,5 mm in caso di scar­sa visi­bi­li­tà. Dob­bia­mo ave­re a dispo­si­zio­ne diver­se tipo­lo­gie di anten­na, sia per il dia­me­tro (4,5/3 mm), che per il mate­ria­le (pla­sti­ca pie­na e cava) che per il colo­re (gial­lo fluo, aran­cio fluo e nero). Que­sto ci garan­ti­sce di poter vede­re l’an­ten­na per­fet­ta­men­te in ogni con­di­zio­ne di luce ed ave­re la cor­ret­ta sen­si­bi­li­tà per le spe­ci­fi­che con­di­zio­ni che dob­bia­mo affron­ta­re. Uno sche­ma può esse­re di aiuto:

Colo­re

  • Arancio/rosso fluo: buo­na lumi­no­si­tà ambien­ta­le in zone d’ac­qua non in ombra (ma pri­ve di riflessi)
  • Gial­lo fluo: buo­na lumi­no­si­tà ambien­ta­le in zone d’ac­qua in ombra
  • Nero: for­te lumi­no­si­tà con rifles­si sull’acqua
  • Star­light: crepuscolo/notte

Dia­me­tro

  • 3 mm pla­sti­ca pie­na: mas­si­ma sen­si­bi­li­tà, distan­za di pesca media
  • 3 mm pla­sti­ca cava: otti­ma sen­si­bi­li­tà, distan­za di pesca medio-lun­ga, mag­gior visibilità
  • 4,5 mm pla­sti­ca pie­na: buo­na sen­si­bi­li­tà, distan­za di pesca lunga
  • 4,5 mm pla­sti­ca cava: por­tan­te, meno sen­si­bi­le, distan­za di pesca lun­ga, mag­gior visibilità

Varie anten­ne. Si noti come quel­le da 3 mm cave ven­ga­no dota­te di un adat­ta­to­re in gom­ma rica­va­to da un vec­chio ela­sti­co per fionda.

antenne

Ai più sem­bre­rà que­stio­ne di lana capri­na quel­la del­le anten­ne ma pos­so assi­cu­rar­vi che aver­le a dispo­si­zio­ne fa la dif­fe­ren­za per­ché a secon­da del momen­to ce n’è sem­pre una che si vede meglio del­le altre. Gli wag­gler, come dice­va­mo, sono essen­zial­men­te di due tipi: uno da cor­ta e l’al­tro da media distan­za. Sono tra loro mol­to simi­li come for­ma ma cam­bia il peso alla base. Il pri­mo è uno straight clas­si­co (es. 2 o 3+1) il secon­do un bodied un po’ più pesan­te (es. 6+2). Sono più che suf­fi­cien­ti visto che poi ave­te diver­se anten­ne a dispo­si­zio­ne. In real­tà io por­to sem­pre con me un tubo rigi­do pie­no zep­po di gal­leg­gian­ti ingle­si di ogni tipo ma par­lar­ne equi­var­reb­be a com­pli­ca­re inu­til­men­te il discorso.
L’ap­proc­cio in acqua bas­sa pre­ve­de mon­ta­tu­re fis­se o al mas­si­mo par­zial­men­te scor­re­vo­li per un pic­co­lis­si­mo trat­to (per fare gli invi­ti) quin­di quan­do ave­te un paio di gal­leg­gian­ti facil­men­te sosti­tui­bi­li non ser­ve mol­to altro.

I due wag­gler con­si­glia­ti. Si noti come abbia­no stes­sa lun­ghez­za e come il bodied abbia un cor­po solo lie­ve­men­te pronunciato.

Waggler

Per quan­to con­cer­ne inve­ce la piom­ba­tu­ra il mio con­si­glio è di uti­liz­za­re esclu­si­va­men­te piom­bo mor­bi­do da ingle­se. Ne esi­sto­no di mol­to buo­ni di varie mar­che. Io uso pre­va­len­te­men­te i Din­smo­res ma va bene qual­sia­si altro brand, basta che abbia­no un taglio pre­ci­so e sia­no mor­bi­di, così da poter­li gesti­re (aggiun­ge­re, rimuo­ve­re, spo­sta­re) sen­za stress per la lenza.

Piom­bo da ingle­se super soft.

split shot

A que­sto pun­to, se pro­prio vole­te fare le cose per bene, con­si­glio anche le pin­ze Cre­sta, le uni­che dota­te di “den­ti­no” per l’a­per­tu­ra dei piom­bi e le uni­che vera­men­te uti­li per gesti­re le piom­ba­tu­re. Gli altri stru­men­ti, a mio pare­re, sono poco ver­sa­ti­li anche se ampia­men­te dif­fu­si. Vedre­te che se ave­te modo di pro­var­le mi dare­te ragione.

Cre­sta Spli­tshot Tool.

Cresta Split Shot

Pro­se­guia­mo la car­rel­la­ta del­le attrez­za­tu­re pas­san­do al set­to­re ter­mi­na­le. Sicu­ra­men­te que­sta pesca si fa con ami mol­to pic­co­li e leg­ge­ri poi­ché le spi­go­le, spe­cial­men­te in acqua chia­ra e cal­ma, pre­fe­ri­sco­no inne­schi minu­ti e dal­la spic­ca­ta natu­ra­lez­za. Le ora­te han­no tut­ta­via un appa­ra­to buc­ca­le più tosto e spri­gio­na­no mag­gior for­za duran­te il com­bat­ti­men­to. Volen­do tro­va­re un com­pro­mes­so l’ac­cop­pia­ta tra un fina­le del­lo 0.120–0.125 ed un amo del n. 18 abba­stan­za robu­sto è un buon pun­to di par­ten­za ben­ché qua­si cer­ta­men­te vi capi­te­rà di dover scen­de­re sia come dia­me­tro che come misu­ra, filo e peso del­l’a­mo. Come si dice: «uomo avvi­sa­to, mez­zo salvato».

Un set di ami e fili per il terminale.

ami terminali

Tra la gran­de offer­ta del mer­ca­to e le pre­fe­ren­ze per­so­na­li lun­gi dal voler con­si­glia­re que­sto o quel filo e que­sto o quel­l’a­mo. Qui dove­te fare come vole­te basta che abbia­te una cer­ta scel­ta a dispo­si­zio­ne in modo da poter pre­sen­ta­re l’e­sca al meglio e in per­fet­to equi­li­brio. Nylon, fluo­ri­ne o fluo­ro­car­bon? Cono­sce­te bene le dif­fe­ren­ze e anche qui la scel­ta dipen­de da tan­ti fat­to­ri. Il fluo­ro­car­bon non è sem­pre supe­rio­re ad un nylon spe­ci­fi­co per ter­mi­na­li che, nei dia­me­tri sot­ti­li, ha spes­so carat­te­ri­sti­che miglio­ri. Io ten­do a pre­fe­ri­re i nylon in que­sta pesca o tut­t’al più i fluo­ri­ne ma se si usa un dia­me­tro più gene­ro­so (es. 0.125) e vi sono peri­co­li di abra­sio­ne, un fluo­ro­car­bon 100% ha il suo perché.
Discor­so simi­le per gli ami: tan­to più l’a­mo è pic­co­lo e sot­ti­le tan­to meglio pre­sen­ta il bigat­ti­no inne­sca­to sin­go­lo. Se si pen­sa di voler inne­sca­re due lar­ve allo­ra con­vie­ne un amo leg­ger­men­te più gran­de e robu­sto. L’a­mo tut­ta­via fa cop­pia non solo con l’e­sca ma anche con il ter­mi­na­le quin­di cer­chia­mo di evi­ta­re discrepanze.

Altri ele­men­ti per la costru­zio­ne del­la lenza.

Minuteria

Per rea­liz­za­re la mon­ta­tu­ra sono poi neces­sa­rie le girel­le con moschet­to­ne (attac­co per il wag­gler), micro­gi­rel­le e attac­chi rapi­di per il ter­mi­na­le. Aggiun­gia­mo anche un filo di dia­me­tro più gene­ro­so (0.140–0.145) qua­lo­ra si desi­de­ri opta­re per un ter­mi­na­le in due spez­zo­ni ed even­tual­men­te del feeder/power gum per una trec­cia ela­sti­ca. Que­st’ul­ti­ma opzio­ne è rara­men­te neces­sa­ria a dire il vero poi­ché il gra­dien­te di ela­sti­ci­tà è assi­cu­ra­to dal­la can­na, dal­la len­za madre (0.16) e dal­l’e­ven­tua­le ter­mi­na­le dop­pio (0.14→0.11). Non ci sono bru­schi sal­ti e con­vie­ne lascia­re la len­za mol­to puli­ta e più sem­pli­ce possibile.

Affi­da­te­vi ad una buo­na fion­da e non dimen­ti­ca­te i ricambi.

Fionda

Con­clu­dia­mo con lo stru­men­to fon­da­men­ta­le per la pastu­ra­zio­ne: la fion­da. Qui con­si­glio di non lesi­na­re, sce­glie­re un buon pro­dot­to e soprat­tut­to munir­si di ricam­bi. Può infat­ti capi­ta­re che dato l’u­so fre­quen­te e inten­so si pos­sa improv­vi­sa­men­te rom­pe­re un ela­sti­co o addi­rit­tu­ra il fon­del­lo. Ai pro­dot­ti di qua­li­tà capi­ta mol­to di rado ma può suc­ce­de­re e in quel caso se non abbia­mo i ricam­bi pos­sia­mo anche dire addio alla sessione.

La montatura

In acqua bas­sa si uti­liz­za una mon­ta­tu­ra fis­sa e, al fine di garan­ti­re la mas­si­ma natu­ra­lez­za pos­si­bi­le, pri­va di piom­ba­tu­ra atti­va. Tut­to il peso neces­sa­rio si col­lo­ca cioè alla base del wag­gler (piom­ba­tu­ra pas­si­va). Que­sto setup, sem­pli­cis­si­mo, può sof­fri­re tut­ta­via di qual­che pro­ble­ma in fase di lan­cio qua­lo­ra sia pre­sen­te un po’ di ven­to. Per que­sto moti­vo, pri­ma di intro­dur­re trec­ce in nylon o power gum, il con­si­glio è di crea­re il ter­mi­na­le in due spez­zo­ni uni­ti da nodo di san­gue. La por­zio­ne a mon­te, lun­ga 1/3 o 1/2 di quel­la tota­le, sarà quin­di del­lo 0.140–0.145 e vi farà segui­to (uni­ta con il nodo di san­gue) la por­zio­ne a val­le (lun­ga i 2/3 o il 1/2 rima­nen­te) del­lo 0.10–0.125.

Il nodo di san­gue, se bene ese­gui­to, rie­sce a man­te­ne­re fino al 95% del cari­co di rottura.

nodo di sangue

Que­sto ter­mi­na­le sarà più lun­go (anche di mol­to) del­la pro­fon­di­tà misu­ra­ta e comun­que mai infe­rio­re ai 2 metri . Vedre­mo più avan­ti come in que­sto approc­cio è fon­da­men­ta­le la cala­ta len­ta, natu­ra­lis­si­ma, del­l’e­sca, ma anche la pos­si­bi­li­tà che il pesce pos­sa tro­var­la pog­gia­ta sul fon­da­le insie­me alle altre lar­ve che sono affon­da­te e su que­sto si sono depo­si­ta­te. L’o­ra­ta è un gru­fo­la­to­re che man­gia sul fon­do e la spi­go­la può fare lo stes­so o inter­cet­ta­re il bigat­ti­no in discesa.
La por­zio­ne a mon­te del ter­mi­na­le sarà col­le­ga­ta alla girel­la di giun­zio­ne alla len­za madre. Subi­to sopra que­sto col­le­ga­men­to avre­mo la piom­ba­tu­ra pas­si­va, distri­bui­ta in manie­ra clas­si­ca con più peso a val­le e minor peso a mon­te (basta un solo pal­li­no) del­la girel­la con moschet­to­ne di attac­co al waggler.

Mon­ta­tu­ra di base.

Montatura acqua bassa

Se il lan­cio è cor­ret­to rara­men­te si crea­no gro­vi­gli.  Può esse­re uti­le uti­liz­za­re tubi­ci­ni per ren­de­re più rigi­de alcu­ne par­ti, come ad esem­pio la girel­la con moschet­to­ne di attac­co al wag­gler, sul­la qua­le pote­te inse­ri­re un pez­zet­to di ter­mo­re­strin­gen­te: non ne infi­cia il fun­zio­na­men­to ma ne limi­ta movi­men­ti non neces­sa­ri. Qua­lo­ra si desi­de­ri usa­re la trec­cia in power gum, la girel­la inclu­sa nel­la trec­cia sarà col­le­ga­ta alla len­za madre men­tre all’al­tro capo un micro­gan­cio si con­net­te­rà con il ter­mi­na­le. La trec­cia deve esse­re rea­liz­za­ta leg­ger­men­te più lun­ga del waggler.

Mon­ta­tu­ra con trec­cia in power gum. Iden­ti­ca alla pre­ce­den­te sal­vo per il fat­to che tra ter­mi­na­le e wag­gler è inter­po­sta una trec­cia elastica.

Treccia power gum pesca inglese
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Azione di pesca

Sti­ma­re la velo­ci­tà di affon­da­men­to del bigat­ti­no è uti­le ma non occor­re esse­re par­ti­co­lar­men­te pre­ci­si, basta giu­sto aver­ne un’i­dea. Ammet­tia­mo dun­que che la lar­va sin­go­la affon­di con una velo­ci­tà di un pie­de ogni 10 secon­di così pos­sia­mo sup­por­re che per una pro­fon­di­tà di 7 pie­di occor­re poco più di un minu­to. Que­sto è il tem­po di cala­ta. Se non si osser­va­no man­gia­te duran­te la cala­ta (di soli­to lo fan­no le spi­go­le) l’e­sca si depo­si­ta sul fon­do insie­me alle altre lar­ve con le qua­li stia­mo pastu­ran­do e diven­ta ogget­to di inte­res­se per spe­cie più spic­ca­ta­men­te gru­fo­la­tri­ci some sara­ghi e ora­te. Non che la spi­go­la si rifiu­ti di man­gia­re a testa in giù, inten­dia­mo­ci, ma sem­pli­ce­men­te pre­fe­ri­sce inter­cet­ta­re le lar­ve in movimento.

L’in­gle­se in acqua bas­sa è una pesca estre­ma­men­te dina­mi­ca, fat­ta di una pastu­ra­zio­ne fre­quen­te, in pic­co­le quan­ti­tà e a rit­mo rego­la­re, inter­val­la­ta da lan­ci ed inviti.

Pesca all'inglese in acqua bassa

L’a­zio­ne di pesca segue uno sche­ma abba­stan­za rigi­do (nel sen­so del­la ripe­ti­zio­ne degli even­ti) che for­se con­vie­ne orga­niz­za­re a pun­ti come segue:

  1. Fion­dia­mo una deci­na di lar­ve alla distan­za desiderata.
  2. Lan­cia­mo qual­che metro oltre (più lon­ta­no) poi recu­pe­ria­mo (pos­si­bil­men­te con la pun­ta del­la can­na immer­sa così da affon­da­re il filo) fino a por­ta­re il wag­gler un po’ più cor­to rispet­to alla zona pastu­ra­ta. Que­sto ser­ve a sten­de­re il ter­mi­na­le, ren­den­do­lo più respon­si­vo, e a posi­zio­na­re l’e­sca in super­fi­cie pres­so­ché al cen­tro del­la zona pasturata.
  3. Fion­dia­mo un’al­tra deci­na di lar­ve. In que­sto modo l’e­sca vie­ne a tro­var­si (sul pia­no fron­ta­le) lun­go una colon­na di bigat­ti­ni che dal­la super­fi­cie scen­do­no fino al fon­do e qui si depositano.
  4. Se duran­te il tem­po di cala­ta non ci sono sta­te man­gia­te lascia­mo l’e­sca sul fon­do per 2–3 minuti.
  5. Pro­du­cia­mo un leg­ge­ro invi­to recu­pe­ran­do un metro con la pun­ta del­la can­na in basso.
  6. Atten­dia­mo altri 2–3 minu­ti e in assen­za di man­gia­te recu­pe­ria­mo del tut­to per poi ripe­te­re l’a­zio­ne dall’inizio.

Più o meno, con­si­de­ran­do il tem­po di cala­ta e di pesca col ter­mi­na­le sdra­ia­to sul fon­do, l’a­zio­ne dura 5–7 minu­ti e poi si ripe­te, ciclicamente.

La spi­go­la man­gia pre­va­len­te­men­te in cala­ta o dopo l’invito.

Spigola Acqua Bassa

Que­sta sequen­za vuo­le garan­ti­re un con­ti­nuo rifor­ni­men­to di lar­ve ed una pre­sen­ta­zio­ne del­l’e­sca sia in movi­men­to (cala­ta e invi­to) che sta­ti­ca (esca pog­gia­ta sul fon­do per un cer­to tem­po). Le spi­go­le di soli­to inter­cet­ta­no il bigat­ti­no inne­sca­to duran­te la sua disce­sa oppu­re al ter­mi­ne del­l’in­vi­to. I sara­ghi e le ora­te nel­la fase più sta­ti­ca. Si trat­ta di osser­va­zio­ni e chia­ra­men­te può capi­ta­re anche l’in­ver­so. L’im­por­tan­te è però offri­re una varia­bi­li­tà di pre­sen­ta­zio­ni così da poter sti­mo­la­re le pre­de in ogni modo possibile

Sara­ghi e ora­te man­gia­no più fre­quen­te­men­te nel­la fase statica.

orata acqua bassa

Una cura par­ti­co­la­re va dedi­ca­ta all’in­ne­sco. Anche se la cala­ta è sui fon­da­li pros­si­mi ai 7 pie­di un momen­to impor­tan­te, per la mag­gior par­te del tem­po il bigat­ti­no si pre­sen­ta pog­gia­to sul fon­do. Sot­to­li­neo que­sto per­ché il tipo di inne­sco dovrà esse­re da esca pog­gia­ta (per la coda) piut­to­sto che da esca in cala­ta (late­ra­le). Il bigat­ti­no sul fon­do ten­de a dispor­si sul ven­tre e (più o meno) a cam­mi­na­re. Per inne­scar­lo cor­ret­ta­men­te pren­de­te­ne uno e osser­va­te­lo sul pal­mo del­la mano. Note­re­te come si dispo­ne e si muo­ve. L’a­mo va quin­di appli­ca­to appe­na sot­to pel­le dal­la par­te degli spi­ra­co­li poste­rio­ri in sen­so ven­tro-dor­sa­le (la pun­ta del­l’a­mo a fine inne­sco deve esse­re rivol­ta ver­so l’al­to) in modo che, una vol­ta inne­sca­to, sul pal­mo del­la mano con­ti­nui a muo­ver­si (cam­mi­na­re) come se l’a­mo non ci fosse.

Inne­sco del bigat­ti­no sin­go­lo in len­ze over-depth (pog­gia­te sul fondo).

innesco bigattino singolo

La lar­va deve man­te­ne­re la mas­si­ma vita­li­tà e somi­glia­re il più pos­si­bi­le a quel­le lan­cia­te a fion­da. Que­sto vale sicu­ra­men­te per le spi­go­le che come abbia­mo det­to han­no un atteg­gia­men­to più pre­da­to­rio e pre­di­li­go­no le lar­ve fre­sche in movi­men­to. I sara­ghi e le ora­te che si ciba­no dei bigat­ti­ni già affon­da­ti (e quin­di par­zial­men­te anne­ga­ti) rispon­do­no anche ad inne­schi con lar­va meno mobi­le. Da qui una rego­la: se il tar­get sono le spi­go­le con­vie­ne cam­bia­re lar­va ad ogni ciclo di lan­cio; se c’è poca atti­vi­tà e le pre­de sono pre­va­len­te­men­te i gru­fo­la­to­ri si può lascia­re la lar­va sul­l’a­mo anche fino a 3 cicli di lan­cio (se anco­ra vitale).
Inne­schi a due bigat­ti­ni, più volu­mi­no­si, sono pos­si­bi­li anche se desti­na­ti a pesci meno sospet­to­si. Con­si­de­ra­te che richie­do­no un amo leg­ger­men­te più gran­de, che sono più pesan­ti in cala­ta (scen­do­no più velo­ce­men­te del­le lar­ve fion­da­te) e dun­que appa­io­no come meno natu­ra­li (il che tut­ta­via non signi­fi­ca meno effi­ca­ci). Si opta in que­sto caso per il clas­si­co coda (pri­ma lar­va) e testa (secon­da lar­va); que­sto per due moti­vi: evi­ta­re l’ef­fet­to eli­ca e lascia­re ben libe­ra la pun­ta dell’amo.

Spi­go­la cat­tu­ra­ta su bas­so fon­da­le in con­di­zio­ni di cal­ma asso­lu­ta e acqua mol­to chiara.

Spigola pesca inglese

Per con­clu­de­re occor­re ricor­da­re come que­sto tipo di pesca si svol­ga in con­di­zio­ni di acqua fer­ma il che, in mare, cor­ri­spon­de anche ad una par­ti­co­la­re lim­pi­dez­za. Si trat­ta for­se di una del­le con­di­zio­ni più com­ples­se da affron­ta­re poi­ché l’at­ti­vi­tà dei pesci non è sem­pre al mas­si­mo e, anzi, gene­ral­men­te risul­ta piut­to­sto bas­sa. Moti­vo per cui occor­re fare atten­zio­ne a tut­ti i par­ti­co­la­ri. Non è una mania, è una necessità.

2 commenti su “Spigole e orate all’inglese in acqua bassa”

  1. Ciao Fran­co, ti rin­gra­zio dei con­ti­nui arti­co­li che man­di sul blog, e ti dico che mi ser­vo­no, non tan­to per anda­re a pesca ma per pas­sa­re il tem­po qui, in sala di atte­sa o in cor­sia, all’o­spe­da­le dove sto, insie­me a mia moglie, assi­sten­do una sua cugina,sola. Scu­sa se mi sono dilun­ga­to, ma sicu­ra­men­te que­sti con­si­gli che man­da­te sul blog mi ser­vi­ran­no quan­do tor­ne­rò a pescare!!!!
    Grazie,
    Roberto

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    • La pesca, vis­su­ta come la vivia­mo noi, ser­ve anche a que­sto: distrar­si e rilas­sar­si anche se non sia­mo pro­pria­men­te a pesca­re. Mi fa pia­ce­re che l’ar­ti­co­lo ti abbia fat­to pas­sa­re un po’ di buon tempo
      Un salu­to e un abbraccio,
      Franco

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