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Pesca sportiva in mare e in acqua dolce. Tecniche, attrezzature, esperienze.

L’amo: struttura e caratteristiche

Tem­po di let­tu­ra: 2 minu­ti

Come è fat­to un amo da pesca? La doman­da può sem­bra­re bana­le ma la com­pren­sio­ne del­la sua strut­tu­ra è fon­da­men­ta­le per poter ope­ra­re la scel­ta, che deve esse­re quan­to mai oppor­tu­na a secon­da del tipo di esca uti­liz­za­ta, del­la tec­ni­ca e del­la spe­cie insi­dia­ta.
Lo sche­ma qui pro­po­sto è un pun­to di rife­ri­men­to che non può asso­lu­ta­men­te mancare.

Mol­to bre­ve­men­te l’attac­co può esse­re a palet­ta o ad occhiel­lo. Il gam­bo lun­go, medio o cor­to. L’aper­tu­ra lar­ga o stret­ta, men­tre la cur­va­tu­ra può ave­re diver­se for­me, ton­da (come nei clas­si­ci Aber­deen), semi-ango­la­ta (tipi­ca dei Cry­stal) fino a cur­va­tu­re “spe­cia­li” per ami che devo­no svol­ge­re una spe­ci­fi­ca fun­zio­ne o sono dise­gna­ti per ospi­ta­re par­ti­co­la­ri esche. Anche riguar­do alla pun­ta esi­sto­no varian­ti tra le qua­li le più note e facil­men­te iden­ti­fi­ca­bi­li riguar­da­no la pre­sen­za o meno del­l’ar­di­glio­ne (gli ami sen­za ardi­glio­ne sono cono­sciu­ti come bar­bless) e la for­ma, che può esse­re drit­ta o ricur­va (a bec­co d’a­qui­la). Altra carat­te­ri­sti­ca che meri­ta di esse­re men­zio­na­ta è la sver­go­la­tu­ra, ossia il fat­to che la por­zio­ne fron­ta­le del­l’a­mo (non solo la pun­ta) sia fuo­ri asse rispet­to al gam­bo (amo stor­to). Poi impor­tan­te è anche il pro­fi­lo, sot­ti­le, spes­so, roton­do o for­gia­to.
Ai clas­si­ci ami di mol­ti anni fa (es. Aber­deen, Lime­rik, Cry­stal, ecc.) se ne sono aggiun­ti nel tem­po un nutri­to nume­ro tan­to che oggi ten­ta­re di clas­si­fi­car­li tut­ti sareb­be un eser­ci­zio più fati­co­so che uti­le.
La scel­ta del­l’a­mo più adat­to deve esse­re fat­ta in rela­zio­ne all’e­sca uti­liz­za­ta e al tipo di inne­sco. Per inten­der­ci la pesca al cave­da­no o alla spi­go­la con il bigat­ti­no sin­go­lo richie­de­rà ami piut­to­sto pic­co­li e leg­ge­ri indi­pen­den­te­men­te dal­la taglia del pesce. Que­sto per­ché il bigat­ti­no sin­go­lo deve man­te­ne­re la vita­li­tà e deve esse­re pre­sen­ta­to con la mag­gior natu­ra­lez­za pos­si­bi­le. Se inve­ce si pre­ve­de di inne­sca­re più bigat­ti­ni con­tem­po­ra­nea­men­te l’a­mo dovrà per ovvie ragio­ni esse­re leg­ger­men­te più gran­de.
Esche par­ti­co­lar­men­te volu­mi­no­se dedi­ca­te a pesci di gran­di dimen­sio­ni e dal­l’ap­pa­ra­to buc­ca­le impo­nen­te richie­de­ran­no ami gran­di e resi­sten­ti, non di rado for­gia­ti e via dicen­do. Non poten­do copri­re ora l’in­te­ro spet­tro di com­bi­na­zio­ni e pos­si­bi­li­tà ci riser­via­mo di indi­ca­re tut­ti gli ami uti­liz­za­ti nei vari arti­co­li con atten­zio­ne par­ti­co­la­re alle loro carat­te­ri­sti­che. Per ades­so è impor­tan­te che si pren­da fami­lia­ri­tà con la strut­tu­ra gene­ra­le in modo così da com­pren­der­ne, poi, il per­ché del­la scelta.

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